Page 249 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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persone anziane. La fredda logica dei numeri, non permetteva
          di capire se davvero l’epidemia stesse provocando più vittime,
          rispetto  agli  anni  precedenti.  A  giorni  pareva  di  sì,  a  giorni
          invece era l’esatto contrario. L’unica differenza, rispetto alle
          perdite del passato, era il modo. Le persone morivano da sole.
          Confortate, sì, per quanto possibile, dal personale ospedaliero.
          E  tuttavia,  la  presenza  pur  generosa  di  un  medico  o  di  un

          infermiere  non  poteva  avere  il  calore  di  un  viso  amato.
          Semplicemente  perché  non  c’era  lo  stesso  legame  d’affetto.
          Non c’erano tutti quei giorni di vita trascorsi insieme, magari
          anche  a  scontrarsi,  a  discutere  animatamente,  a  provare
          rancore. Perché la quotidianità è fatta anche di sofferenza.

          E  capitava,  a  Marisa,  di  soffermarsi  ad  osservare  i  volti
          spaventati di chi moriva da solo. Non poteva far niente, no.
          Era  soltanto  una  spettatrice,  muta,  di  un’esistenza  che  pian
          piano si liberava del suo corpo, svanendo all’improvviso.

          «Non ho mai superato il dolore della perdita di mia madre –
          pensava – altrimenti non sarei così disperatamente alla ricerca

          di una spiegazione, di una risposta».
          Guardava, di nascosto, quegli occhi affranti, rassegnati. Non
          si faceva vedere. Non avrebbe saputo che cosa fare, che cosa

          dire.  Provava  un  senso  di  impotenza,  di  dispiacere.  E
          continuava  a  chiedersi  che  cosa  succedesse  davvero,  nel
          preciso istante in cui veniva dichiarata la fine. In apparenza, le
          persone rimanevano esattamente le stesse, rispetto a qualche
          secondo prima. Però non erano più. Non si muovevano, non

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