Page 53 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Lee aveva continuato a sorridere, anche quando gli avevano
          detto di non rientrare, che non c’era alcun pericolo, che era
          meglio completare le consegne.

          Lee che era rimasto. Lee che era morto.
          Luca aveva provato a sollevare la questione, qualche giorno

          prima. Lo aveva detto, che «non era vero che non rischiava».
          Aveva  saputo  che  c’erano  stati  altri  casi,  in  quello  stesso
          gruppo di lavoro. «Qui nessuno ne parla, nessuno ne scrive».
          Siccome  erano  tutti  di  nazionalità  diverse,  li  facevano  sbar-
          care  in  giro,  appena  sospettavano  il  contagio.  Li  dissemi-
          navano. Così era difficile ricondurli ad un unico ambiente. I
          risultati dei tamponi arrivavano solo diversi giorni dopo, cias-

          cuno per conto suo. Se ne perdevano le tracce, di quella gente,
          ciascuno finiva per morire da solo, senza che si individuasse
          un focolaio.

          «Guardate che non è giusto – aveva detto Luca – guardate che
          dobbiamo farci sentire. Oggi tocca a loro, domani potremmo
          essere  noi.  Se  ne  parliamo,  li  faranno  rientrare.  Proviamo  a
          chiederlo all’azienda…».

          Era andata come tutte le altre volte.

          Gli avevano trovato da dire. Gli avevano risposto che c’erano
          ben  altre  rivendicazioni,  da  fare,  prima  di  quella.  Tanto  più
          che Lee non era un dipendente diretto.

          Era uno di quei lavoratori presi in blocco, a prezzi stracciati,
          da qualche agenzia che sub appalta lavoro.

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