Page 48 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 48
della famiglia, inchiodando delle sagome trasparenti, per
conquistare una impossibile immortalità.
Avrebbe desiderato scoppiare a piangere e dirgli che era stato
bravissimo, ma che purtroppo non sarebbe bastato.
Si fece forza, riuscì a sorridere, lo abbracciò: «Bravo Giulietto
– disse – adesso è veramente tutto a posto. Papà ritornerà.
Vieni, vieni con me. Sediamoci un pochino al sole, in
terrazza. Tutti e due siamo davvero come quei fiori che hai
disegnato».
La giornata era calda.
Si sentiva quasi l’estate, più ancora della primavera.
Rimasero lì abbracciati per tutto il giorno, ore e ore, finché il
sole non tramontò, dietro i palazzi di fronte. La figurina del
papà brillava più delle altre, perché aveva tutta quella colla,
lucida, a trattenerlo sulla terra.
Rientrarono in casa.
Erano esausti, ma finalmente sereni.
La mamma aveva cacciato le sue ombre, si sentiva più forte.
Quando sentirono bussare alla porta, pensarono d’istinto al
parroco. La donna si preparò a ricevere la notizia più brutta
della sua vita. Si alzò esitante. Vide Giulio sorridere. «Vado
io».
«Sì – disse – va tu». Non poteva più fare niente, per
proteggerlo.
48