Page 43 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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ma doveva condividerli col resto del mondo. E ai suoi occhi
          di ragazzina quella era un’ingiustizia. Quando erano mancati,
          li aveva messi in un angolo del suo cuore, e aveva chiuso la
          porta a chiave. Non voleva nemmeno più uscire di casa.

          A convincerla a tornare a vivere, era stato il padre di Giulio.
          Era un uomo semplice. Non era interessato al patrimonio che
          avrebbe  ereditato  un  domani,  era  attratto  dalla  sua  rinuncia
          alla  vita.  L’aveva  tirata  fuori  da  quell’angolo  in  cui  si  era
          murata, l’aveva convinta a provarci. E da quel  momento lei

          era tornata a sorridere. E non si era nemmeno data da fare per
          sistemare le questioni dell’eredità, rimaste in balia di liti e di
          cause,  quando  era  emerso  che  i  suoi  genitori,  al  di  là  del
          luccichio  e  del  lusso,  si  erano  giocati  tutto  quello  che
          avevano, con operazioni rischiose.

          Aveva dato un taglio al passato. Il marito e Giulio erano il suo
          piccolo  mondo.  Un  mondo  che  il  virus  aveva
          improvvisamente devastato. Era ripiombata in quei silenzi, in
          quell’infelicità  che  l’aveva  consumata  per  tanti  anni.  E  non

          riusciva più a sperare.
          E il piccolo Giulio aveva intuito tutto. Non riusciva a dare un
          nome a quel dolore, a quella tristezza, ma la riconosceva. La

          vedeva  nei  gesti,  nel  tremito  delle  mani,  nella  fatica  che  la
          madre faceva a spostarsi da una stanza all’altra, come se fosse
          inseguita  da  una  qualche  ombra,  che  nessun  altro  poteva
          vedere.



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