Page 41 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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sopportare l’idea di perdere il figlio. Avrebbe dato qualsiasi
          cosa per essere lui in quel letto d’ospedale. Tanto, si diceva, la
          mia vita l’ho vissuta, e sono sereno. Non mi resta comunque
          molto da vivere, e nemmeno da fare…

          Non disse nulla, dei suoi brutti pensieri.

          «Giulio Giulio – rispose – lo sai che le donne sono come dei
          fiori?  Per  renderle  felici  ci  vuole  il  sole,  ci  vogliono  le
          passeggiate,  ci  vuole  la  serenità.  Sono  più  delicate  di  noi,
          vecchi uomini di mare. Tu sei giovane, ma sei come me, come
          tuo  padre.  La tua mamma meravigliosa ha solo bisogno del
          tuo sorriso. Se la vedi triste, è normale. Siete chiusi in casa da
          troppi giorni. Vedrai, appena potrete uscire di nuovo al sole,

          rifiorirà».
          A Giulio piacque quell’idea. Non era politicamente corretta,

          richiamava certi vecchi schemi, che volevano l’uomo più forte
          e la donna più sensibile, ma al nonno non era venuto in mente
          altro.

          «Chiamami – gli disse l’anziano – ogni volta che vuoi. E se
          devi  attaccare  qualche  giocattolo  rotto,  fammi  sapere.  Ti
          posso consigliare come fare, e quale colla usare».

          «Mamma,  abbiamo  del  nastro  adesivo?  Dei  chiodini?  Delle
          colle?».

          «Dimmi, Giulio, dimmi. Non ho capito cosa vuoi fare…».

          «È un progettino di scienze – mentì – avrei bisogno di un po’


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