Page 42 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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di cose, per costruirlo».
«Dammi un momento, nello sgabuzzino abbiamo una cassetta
degli attrezzi di papà. C’è un po’ di tutto, dentro. Di solito la
tiene come se fosse un tesoro. Ti prego solo di essere
ordinato. Se fossi qui lui te la darebbe di sicuro, ma ti
aiuterebbe anche. Io non so nemmeno cosa contenga. Non
farti male, mi raccomando. E se vedi che qualcosa non
funziona, chiamami. Sono di là».
La mamma era tornata a sedersi, con gli occhi chiusi.
Giulio le aveva fatto il sorriso più grande del mondo,
pensando che la mamma era come un fiore, come gli aveva
detto il nonno. E chissà se lei, attraverso quel velo di angoscia
che aveva sugli occhi, si era resa conto del suo piccolo grande
gesto di aiuto.
L’ospedale non chiamava. Non diceva niente. La donna non
riusciva ad avere notizie del marito. Contava le ore, ormai,
come un carcerato che spera solo di poter uscire. L’ansia la
divorava. Non si staccava dalla televisione. Si macerava nel
dubbio di non rivederlo più. Non sapeva come avrebbe potuto
reggere. Altre amiche, fin dai tempi della scuola, avevano
scelto di studiare, di conquistare una propria autonomia, di
avere un ruolo sociale. Lei no. Lei si era chiusa in se stessa,
dopo che un incidente le aveva preso entrambi i genitori.
Erano due professionisti affermati, li vedeva pochissimo,
sempre perfetti ed eleganti. Non che non le volessero bene,
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