Page 45 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Non ancora, Giulio, ma sarà presto…».
          Erano passate due settimane, ormai. Non era un buon segno.
          Giulio segnava tutti i giorni sul calendario. Papà non era mai

          stato  via  per  così  tanto  tempo.  I  servizi  sociali  avevano
          iniziato  a  portare  la  spesa  a  casa.  Lo  guardavano,  dietro  le
          mascherine, mentre aiutava la mamma. Sentiva i loro occhi,
          pesanti  di  fatica  e  di  preoccupazione.  Gli  facevano  strani
          sorrisi, di conforto, di consolazione. E i vicini avevano preso a
          salutare  frettolosamente.  A  volte  chinavano  la  testa  e  via,

          salendo le scale.
          Il nonno, al telefono, aveva iniziato a prepararlo alla notizia.

          «Sai,  Giulio,  nella  vita  non  sempre  le  cose  sono  come
          vorremmo…».

          Era  passato  perfino  il  parroco,  con  la  mascherina.  Aveva
          parlato un attimo con la mamma, l’aveva abbracciata.

          Tutti sembravano preparati ad una disgrazia.

          Solo Giulio continuava a sorridere, a sorridere.
          «Non si  rende conto – dicevano le altre persone – eppure è

          sempre stato un bambino intelligente».

          Le  maestre  avevano  iniziato  a  fare  dei  collegamenti
          individuali,  in  cui  parlavano  a  distanza  con  lui,  cercando  di
          fargli sentire la vicinanza. Giulio aveva capito benissimo. Era
          qualcosa legato al papà. E al virus. Era qualcosa che non gli
          avevano voluto dire apertamente. Solo che lui, che di solito


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