Page 49 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Non ebbe il tempo di sentire la porta che si apriva, che vide
Giulietto correre come un matto, pieno di gioia.
Guardò. Vide tre uomini completamente coperti. Indossavano
delle tute di protezione, mascherine e guanti. E quello al
centro, magrissimo ma vivo, era il marito.
«Scusi il mancato preavviso, siamo in emergenza, non
riusciamo nemmeno a rispondere alle persone che ci
chiamano…».
Gli avevano tolto il respiratore, dopo tanti giorni, perché
pensavano che non ci fosse più speranza.
Era una prova estrema, l’ultimo tentativo. Temevano il
peggio. Improvvisamente, invece, l’uomo aveva ricominciato
a respirare da solo. E nelle ore successive si era ripreso, tanto
che era diventato più opportuno portarlo via da quel reparto.
«Possiamo lasciarlo a casa – le dissero – a patto che indossiate
tutti i dispositivi di protezione e che chiamiate subito, nel caso
in cui dovesse succedere qualcosa. Oppure possiamo
accompagnarlo in una struttura di appoggio, se non ve la
sentite».
La donna era così sorpresa, così felice, da non riuscire a
parlare. Fu Giulietto a farsi avanti: «Siamo pronti. Ero certo
che papà sarebbe tornato. Avevo incollato la sua anima al
corpo».
Medico ed infermiere non riuscirono a capire bene le parole,
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