Page 38 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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nonno che si era buttato dalla finestra, perché non reggeva
proprio la solitudine. E nel biglietto che aveva lasciato, aveva
scritto che era inutile vivere, senza vedere il nipotino.
«Nonno, ma… ti senti troppo solo… non è che poi…».
La voce gli si era incrinata. Avevano pochi rapporti, con quel
nonno, perché anche la mamma parlava poco. Tutti parlavano
poco, in quella famiglia. E Giulio si arrampicava fra quei
silenzi, come un rocciatore, cercando di raggiungere la vetta.
Il nonno intuì di avere detto qualcosa di sbagliato.
«Giulietto – gli disse – io sono uno scoglio. E tu hai mai visto
uno scoglio che si sposta, se sta in mezzo al mare?».
«No, no, ma… sai, quel nonno che era solo…».
Il nonno sapeva. Aveva ascoltato la radio.
«Giulio, Giulio, non dovresti guardare i telegiornali…».
«Ma sai, a volte mi stanco di quei programmi per bambini.
Già sono chiuso in casa. Già vedo le maestre via computer.
Già c’è papà che questa volta non torna ancora, dal
viaggio…».
Gli avevano detto così.
Gli avevano detto che papà era impegnato in uno dei suoi
viaggi di lavoro. Di solito era vero, ma non quella volta. Papà
era uno degli operai risultati positivi al virus. La ditta era
piccola, operava nella cantieristica. Era un bravo operaio, lo
mandavano sempre in trasferta, quando c’era da presentare un
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