Page 127 - Lezioni di Mitologia;
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          Ma la gelosa dea, che gli occhi a terra
            Chinava spesso al suo fido pastore.
            Quando   il vide giacer disteso in terra,
            E  '1 capo tronco senza  il suo splendore.

            E ch'empia morte quei bei lumi serra,
            I quai solcano assicurarle  il core,
            Dal morto capo quei cent' occhi svelle,
            E fa le penne al suo pavon più belle.


          Empie di gioie la superba coda
            Del suo pavone, e gli occhi che distacca
            Dal capo tronco,   ivi gl'imprimé e inchioda,
            E con mirabìl'arte ve gli attacca.
            Tutta arrabbiata poi la lingua snoda:
            Dunque,  disse, debb'io per questa vacca
            Sempre star in sospetto, in pene e in guai,
            E non mi debbo risentir giammai?


         Non pon già tempo in mezzo alla vendetta.
            Ma fa venire una furia infernale
            Centra la figlia d'Inaco, ristretta
            Dentro alla scorza d'un brutto animale:
            Laddove giunta,   il corpo e l'alma infetta
            Di quella  afflitta, e giugne male a male;
            E  tal furor a  lei nell'alma porse,

            Che tutto  il mondo profuga trascorse.

         La spiritata bestia scorre, e passa
            Dove  il rabbioso suo furor la mena;
            E  s' alcun le s'oppon, le corna abbassa,
            E  '1 fa cader dall'aria in su l'arena.
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