Page 165 - Lezioni di Mitologia;
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           I divisi colori,  io contar volli,
           Ne lo potei. La copia era maggiore
           Del numero. Ed allor che col primiero.
           Raggio alle foglie la rugiada   il sole
           Scote, e percosse tremolan   le  stille,
           Onde agli alberi son gravi le chiome,
           L'Ore succinte con   le varie vesti
           Convengon quivi, e nei canestri lievi
           Scelgon leggiadramente    i nostri doni:
           Gli rapiscon le Grazie, e tesson   serti.
           Che son decoro dell'eterne chiome.
           I nuovi semi per l'immense genti
           Sparsi: d'un sol colore era la terra.
           Prima dal Terapneo sangue formai
           Un  fiore, e ancor nella sue foglie scritta
           Sta la querela: del giardin felice
           Tu, misero Narciso, ancor sei lode,
           Perchè simile a te non fer gli Dei
           Altro fanciullo. A che di Croco    io parlo
           E d'Ati e del fìgiiuol di Mirra infame.
           Famoso pianto della Cipria dea,
           E  d'altri mille che non han qui nome,
           Che dall'altrui dolor cresce   il mio vanto?
           Marte deve la vita    all'arti nostre:
           Giove l'ignori eternamente ancora:
           Ne fo preghiera. Alla scettrata diva.
           Consorte a Giove, non temuto oltraggio
           Accrebbe l'ire delle offese antiche,
           Quando balzò dalla divina testa
           Palla nelle paterne armi sonante.
            AirOcean che tutto   il mondo abbraccia
          NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc.                20
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