Page 190 - Lezioni di Mitologia;
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                     L'anime spente, onde le vive adduce
                     Nell'imo abisso, e dà sonno e vigilia,
                     E vita e morte, aduna e sparge     i venti
                     E trapassa le nubi, Era volando
                     Giunto là 've d'Atlante   il capo e  il fianco
                     Scorgea, delle cui spalle  il Cielo è soma;
                     D'Atlante, la cui testa irta di pini,
                     Di nubi involta, a pioggia, a venti, a nembi
                     E sempre esposta,   il cui mento  ,  il cui dorso
                     E per nevi e per gel canuto e curvo
                    E da fiumi rigato. In questo monte.
                     Che fu padre di Maia, avo di     lui,
                    Primamente fermossi: indi calando
                    Si gittò sopra l'onde, e lungi al lito
                    Di Libia se n'andò l'aure secando
                    In quella guisa che marino augello
                    D'un' altra ripa, a nuova pesca inteso.
                    Terra terra sen va tra rive e laghi
                    Umilmente volando                 »

                                     Eneide, lib. iv, v. 237 e segg.



                  Di questa descrizione di Virgilio   si giovò Gian-
               Bologna nel simulacro del nume, al quale un vento
               è sostegno mentre s accinge al volo, per cui dal cielo
               fino agli abissi discende apportatore   dei  comandi
               paterni.
                  Messaggiero e banditore dei numi Mercurio pure
               fu detto, e per tanto ufficio attribuito gli fu  il ca-
               duceo, che come segno di pace scolpito si mira nelle
               antiche monete. Intorno a questo simbolo molto fa-
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