Page 186 - Lezioni di Mitologia;
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terrato questo gentil monumento nel territorio di Ti-
voli; nel predio dei Sabi a Quintiliato, contrada cosi
detta dalle reliquie della villa di Quintilio Varo. Gli
eruditi spositori delle antichità Tiburtine conven-
gono che in questo sito fose precisamente il predio
di Cintia celebre nei versi di Properzio. »
MEBCURIO AGOREO.
« Il caduceo, in greco /.x^y^siov, cioè verga di ban-
ditore e di araldo, rende assai distinta questa sta-
tua di Mercurio, giacché è la sola nella quale siasi
conservata questa singolare insegna del messaggiero
dei numi. Ha egli il suo petaso, o cappello, in capo
e tiene la clamide ravvolta al braccio sinistro, em-
blema consueto della sua speditezza, per cui gli fu-
rono anche attribuite le ali alle piante. Questa verga
era di oro, onde sortì Mercurio il soprannome di
verga d'oro xpu<jopp'xmi^ e vien detto la verga della
felicità e della ricchezza dall'autore dell'inno ome-
rico, che ne descrive i pregi e le virtù , eh' erano
d' estensione mirabile , e solo non giungevano alla
divinazione. Da' serpi che sogliono intrecciarvisi vuol
denotarsi, secondo Plinio, la concordia dei feroci, o
>si allude ad una favola rammentata da Igino, che
ha lo stesso significato.
» Benché il simulacro non sia di greca scultura
ha però una certa nobila semplicità nella compo-
sizione, pregio che raccomanda quasi sempre le opere
degli antichi. Adornava il Foro di Preneste, nelle
cui ruine fu dissotterrato, e deve dirsi perciò Mer-