Page 183 - Lezioni di Mitologia;
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paragone il petto spergiuro, e l'arte insegnò di ru-
bare ad Autolieo avo di Ulisse.
Dio dell'armento lo venerarono i pastori, perchè
primo diede 1' esempio della rapina : tanto è vero
che tutti gli incliti ladri sono santificati dalla forza
e la fortuna assolve le colpe potenti.
Un nume non poteva essere senza amori: frutto
ne furono diversi figli. Da Aglauro figlia di Cecrope
ebbe Erico, da Daira Eleusina, Buno da Alcidamea,
Calco da Ociroe, Evandro dalla figlia di Cadmo, e
da Cleobula Mirtillo. Lungo sarebbe 1' annoverarli
tutti. Aggiungerò alcune delle maniere nelle quali
fu Mercurio rappresentato, e la descrizione di due
statue di lui data dal Visconti nel Museo Pio de-
mentino. Da Omero è narrata la pietosa cura che
il nume si prese di Priamo, che verso la tenda di
Achille avviavasi per chiedere il corpo dell'estinto
figliuolo, e baciare le mani ancora dell'ettoreo san-
gue macchiate.
Alato, senza alcun ornamento, con lieto volto ed
occhi argutamente ridenti rappresentavasi : un gallo
presso gii ponevano. Nella via Lechea, che condu-
ceva a Corinto, fu effigiato in bronzo, con un ariete
accanto , perchè affidata gli era la tutela dell' ar-
mento. Gli attribuivano il caduceo con due serpi
simbolo dalla sicurezza della concordia , e favoleg-
giarono che alla verga, donatagli da Apollo gli ag-
giungesse il nume , poiché ne divise l' ira facendo
del dono esperimento. Degli altri simboli ed ufficii
propri di questa divinità favellerò nella seguente
Lezione, giacché, come più volte ho notato, a que-