Page 194 - Lezioni di Mitologia;
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MERCURIO DETTO L ANTINOO DI BELVEDERE.
« Ecco la prima volta che questa insigne statua
comparisce al pubblico senza la falsa denominazione
che per ben due secoli ebbe dal volgo degli eru-
diti e dei professori. I più esperti uomini d' ambe-
due le accennate classi s'erano giù avvisti che le
immagini sicure di quel famoso Bitino non avva-
loravano, ma smentivano l'opinione comune. Se però
consentivano su questo punto, dissentivano sull'al-
tro della nuova denominazione, Alcuni s'immagina-
vano di ravvisarvi Teseo, altri fra i quali il cele-
bre Mengs , un Ercole imberbe, i più finalmente,
dietro l'autorità di Winkelmann, un Meleagro. Se di
Teseo per altro ha la nostra statua la serena av-
venenza del volto, non ha però né i lineamenti coi
quali in altre antiche reliquie vien rappresentato
,
nò l'ornato; poiché lo sogliamo sedente vedere colla
benda, né finalmente i capelli che crespi in nessuna
immagine di Teseo s'incontrano. Se d'Ercole ha una
certa robusta muscolatura, che anco traspare sotto
la rotondità delle forme giovanili, non ha però né
la pelle leonina, né la grossezza del collo , né la
proporzione della testa né finalmente la fisonomia,
ch'è nel nostro marmo assai più divina. L'opinione
che lo crede un Meleagro, benché la più seguita
è la meno probabile delle tre: non ha forse altro
fondamento che una leggera somiglianza di attitu-
dine conia celebre statua di quell'eroe, che si con-