Page 277 - Lezioni di Mitologia;
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L'universo scotendo: Giove Padre,
Che fanno in ciel le tue saette? Almeno
Col tuo fuoco perisca, e il danno immenso
L'autor compensi. Forma voci appena
L'arida lingua: intorno al crin fumante
Volano le faville; il premio è questo
Dei doni miei? Per voi produco invano,
Ingrati Numi, i non mertati incensi.
Il caos antico teme il mondo. Atlante
L'ardente globo sulle stanche spalle
Più non sostiene. Per l'empireo ancora
Non tremi Giove? — Proseguir gli vieta
La fiamma, e negli estremi antri si cela.
Giove attesta i celesti: all'ardue cime
Vola, onde suole nella vasta terra
*
Mandar nuvoli, pioggia, e venti e tuoni.
Mancan l'acque e le nubi: il folgor vibra
Sopra l'auriga, e con la vita il carro
Gli toglie, e fiamme con le fiamme afi'rena.
Gli atterriti corsier rompon le briglie:
Là giace il freno; col timon spezzato
Stanno le rote in altra parte, e sparse
Tutte le parti dell'infranto cocchio.
Precipita Fetonte, e larga fiamma
Gli depreda le chiome: un lungo tratto
Seo-nò di luce nel turbato cielo:
Così membra cader stella che fende
Il liquido seren. Spengi il fumante
Volto, padre Eridan, rege dei fiumi.
Ovidio, Metamorf., liL. ii.
* Vedi la Lezione xvi.
NiccoLiNi. Lez. di Mit, ecc. 34