Page 280 - Lezioni di Mitologia;
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               nelio Tacito  si rileva. Ecco le parole di lui.  « Pri-
               mi fra tutti vennero gli Efesii commemorando che,
               non come     è credenza   volgare    procreati  furono
                                                 ,
               Apollo e Diana    in Delo, ma che     presso  un  loro
               fiume chiamato Cencrio situato in     Ortigia scorge-
               vasi un ulivo, al quale    la gravida Latona appog-
               giata, avea partoriti  i due numi, ai quali poscia fu
               consacrata   nel  sito  stesso una  selva, ove Apollo
               dopo l'uccisione dei Ciclopi evitò   l'ira di Giove.  »
                  Né questa differenza deve farci maraviglia, giac-
               ché tutto quello che è argomento alla vanità delle
                nazioni  soggiace a  infiniti  cangiamenti. Sappiamo
                infatti da Erodoto che   gli Egiziani dicevano gene-
                rate da Cerere e da Dionisio queste due      divinità,
                alle quali Latona non era stata che una      semplice
                nutrice. Questa opinione fu seguita da Eschilo, che
                chiamò Diana figlia   di Cerere, la quale,  al dire di
                Pausania, era lo stesso che l'Iside degli    Egiziani.
                Checché ne   sia, avendo veduto  i dolori che costava
                l'esser genitrice, dimandò a Giove padre verginità
                eterna. La diva a cui sono a core     i dardi, la cac-
                cia delle lepri,  le allegre danze sotto  gli  alberi, e
                il celere corso per le montagne, sedea ancor bam-
                bina, come narra Callimaco, sulle ginocchia del ge-
                nitore, quando fece al padre la prima richiesta, ag-
                giungendovi queste parole: — Dammi oltre l'invio-
                lata castità ancora molti   titoli onde Febo non ga-
                reggi meco: dammi frecce ed archi. Non       ti chieg-
                go  il turcasso ed  il grande arco, poiché a me fab-
                bricheranno   tosto  i Ciclopi  gli  strali e l'arco  pie-
                ghevole: ma    il  portare del  lume,  il cinger vesta
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