Page 281 - Lezioni di Mitologia;
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fino al ginocchio orlata acciò uccida le belve sel-
vagge. Concedimi sessanta ballatrici oceanine, tutte
di nove anni, non cinte ancora, tutte fanciulle. Yo-
glio inoltre venti ninfe Amnisidi per ancelle, che
abbiano cura dei miei coturni da caccia, e dell'al-
tra suppellettile destinata a questo uso, ed i veloci
cani bene nutriscano quando le linci ed i cervi non
ferirò colle saette. Voglio inoltre tutti i monti: as-
segnami però qualunque città ti piaccia, poiché sarà
cosa rara che io vi scenda. Abiterò sempre nei
poggi, e mi mescolerò solamente coi luoghi abitati
dagli uomini quando le donne, oppresse da acerbe
doglie, mi chiameranno in soccorso. Le Parche mi
destinarono a questo ufficio perchè mia madre,
quando mi portava nel suo seno, e quando ancora
mi partorì, alcun dolore non sofi'erse. — Così detto
volea la fio'liuola toccare la veneranda barba del
padre (questo atto presso i Greci facevasi dai sup-
plicanti, che abbracciavano ancora le ginocchia), e
invano stese le mani molte volte; Giove, sorridendo
acconsentì piegando la testa sul petto, ed accarez-
zandola disse: -— Ah se le dee mi partorissero tali
figli, poco curerei Tire di Giunone gelosa. Abbiti,
figliuola, quello che dimandi; avrai cose ancora
maggiori. Ti do, non che una torre, trenta cittadi
trenta che non sapranno esaltare altro dio che te
sola, e da te si chiameranno. Disegnerai pure a
comune molte ville, tanto mediterranee che isole,
e in tutte vi saranno i tuoi altari, i tuoi boschi.
Commesse alla tua custodia saranno le strade e i
porti. —