Page 392 - Lezioni di Mitologia;
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turbava i silenzi della pace celeste. Ed altrove as-
serisce che dalla madre fu lanciato nel mare, ove
l'educò Teti, antichissima fra le dee. A questa in-
giuria dalla madre sofferta fu creduta dagli anti-
chi, giacché Platone nel secondo libro della Repuh-
Mica e Pausania nelle Attiche narrano che il nume,
memore dell'ingiuria, mandò una sedia d'oro a Giu-
none con alcuni lacci nascosi , che legarono tosto
la dea quando fé' prova del dono del figlio.
Portava questo dio, come piace ad Euripide, le
fiaccole nelle nozze, ed in onore di lui celebravansi
delle corse con le dette fiaccole nella mano. Si af-
faticavano di portarle accese fino alla meta pre-
scritta : quello cui si estingueva era con infamia
escluso dal corso. Se alcuno era superato da chi
lo seguiva , per legge del giuoco era costretto a
dargli la face ardente. Lucrezio con molta vaghezza
paragona questa gara alla nostra vita , essendovi
della morte bisogno perchè crescano i secoli avvenire.
Che primo Vulcano ritrovasse il fuoco non è
fuori di questione. Questo utile ritrovato attribui-
scono a Prometeo, più antico del dio, secondo lo
Scoliaste di Sofocle, e ch'ebbe con esso ara comu-
ne. Ma delle arti che col fuoco si esercitano, per
comune consenso autore è creduto , e divide , se-
condo l'Inno Omerico, l'onore con Minerva di avere
insegnato agli uomini che abitavano nelle spelon-
che opere vantaggiose al viver civile.
Lipari e Sicilia sono le sedi , ove il nume fab-
brica le armi degl'Immortah, e i fulmini stessi che
resero Giove vincitore nella guerra dei Giganti.