Page 393 - Lezioni di Mitologia;
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       Chiese Vulcano    in mercede   per tanto  ufficio Mi-
       nerva, che virilmente la giurata castità difese. Del-
       l'inutil tentativo fu figlio Erittonio.  Il Sole gli svelò
       l'adulterio  di Venere, che ottenne in moglie (quan-
       tunque alcuni  gli diano Aglaia una delle Grazie),
       e fabbricò una rete con tanto artificio, che la con-
       sorte ed  il drudo   sorprese. Incauto! mostrò    agii
       Dei l'altrui felicità, la propria vergogna  ; favola del
       Cielo divenne, e non vi fu alcuno deg' Immortali
       che non invidiasse la sorte di Marte.
         La piromanzia   , cioè la pretesa maniera   d' indo-
       vinare col mezzo del fuoco, ascrivono pure a Vul-
       cano,  di cui Virgilio così descrive la fucina  :


          « Giace tra la Sicilia da l'un canto
            E Lipari da l'altro un'isoletta,
            Ch'alpestra ed alta esce dall'onde e fuma.
            Ha sotto una spelonca, e grotte intorno
            Che de' feri Ciclopi antri e fucine
            Son da lor fuochi affumicati e    rosi.
            Il picchiar de l'incudi e de' martelli
            Ch'entro  si sente, lo strider de' ferri,
            11 fremere e  il bollir delle sue fiamme
            E de   le sue fornaci, d'Etna in guisa
            Intonar s'ode, ed anelar   si vede.
            Questa è la casa ove qua giù s'adopra
            Vulcano, onde da    lui Vulcania è detta;
            E qui per l'armi fabbricar discese
            Del grand'Enea. Stavan nell'antro allora
             Sterope e Brente e Piracmone ignudi
             A rinfrescar l'aspre saette a Giove.
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