Page 442 - Lezioni di Mitologia;
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persuaso che gli antichi così conseguenti nelle loro
pratiche, come altre forme davano alle membra di
un dio che a quelle d'un eroe e d'un uomo, altre
a quelle d'Apollo che a quelle di Bacco, o di Mer-
curio, di Marte, così di altre ragioni si servissero
per una Venere, d'altre per una Giunone, o per
una Minerva. Quindi osservando nella figura una
certa proporzione meno svelta che in altre figure,
una maggior larghezza di spalle, maggior rilievo
di petto e di fianchi che Tordmario, ho creduto che
siasi voluto rappresentar Cerere, a cui si compete
una beltà alquanto rustica come alla dea dell'agri-
coltura, e una statura quadrata e robusta così bene
espressa da Lucrezio con quei due epiteti di dop-
]pia e mammosa, che sembrano aver suggerito al
nostro artefice il carattere generale di questa scul-
tura destinata, come suppongo, per effigie di quella
dea che fu propriamente cognominata Alma, e ri-
conosciuta come la nudrice del genere umano.
» Il ristauro è stato eseguito su questa idea. La
divinità nella destra ostenta le spighe, dono da lei
fatto alla nostra specie, che pei suoi insegnamenti
mutò la ghianda caonia con la pingue messe. Ap-
poggia la sinistra allo scettro, ben conveniente ad
una dea ch'era fra le dodici deità maggiori della
religione delle genti.
» Siccome il suo culto fu uno dei più universali,
e per le campagne, della cultura delle quali era
preside, e per le città, delle leggi delle quali era
la prima dispositrice, finalmente per ogni luogo a
cagione dei suoi misteri che sembravano conciUare