Page 445 - Lezioni di Mitologia;
P. 445

433
              Proserpina, e tesseva inutil dono
              Al ritorno materno, e qui coll'ago
              L'ordin degli elementi e la paterna
              Sede illustrava, e con qual legge avea
              Vinta natura la discordia antica.
              Il fuoco  al  ciel  salì per sua natura,
              E la terra piombò nel mezzo,     il mare
              Scorse. Né un sol colore hanno     le cose:
              D'oro le stelle accende, e sparge l'onde
              D'ostro, ed  i  lidi con  le gemme inalza:
              Mentiti  flutti  il  filo asconde, e l'arte
              Così l'increspa che tu l'alga credi
              Frangersi negli  scogli, e lambir l'onde
              Con roco mormorio l'aride arene.
              Finge dell'avo ancor gli arcani    tetti,
              L'ombre   fatali: sul presago volto
              Scorreva allora involontario pianto,
              Augurio non inteso: e già nasceva
              Fadre Oceano sull'estrema tela;
              Ma lo stridor delle tenaci porte
              Le dive le additò. Lascia imperfetta
              La gradita fatica, e sopra   il volto
              A  lei corse un color come di rose.

              Cui l'opposto candor beltade accresce.
              Era nell'Oceàn celato   il sole
              Spargeva   i doni di quiete amica
              L'umida notte, e la cerulea biga
              Seguiano  i languidi  ozii e  i sogni erranti.
              La via prepara ver l'etnee contrade
              Fiutone, accorto dal fraterno cenno:
              Aletto lega  i corridor tremendi,

             NiCcoLiNi. Lez. di Mit.  ecc.              ^5
   440   441   442   443   444   445   446   447   448   449   450