Page 778 - Lezioni di Mitologia;
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Deriade, che avea saputo che le acque dell'Idaspe
si erano cangiate in vino, e presagivano le vitto-
rie di Bacco.
Il nume vergognandosi del riposo in cui lan-
guiva, si duole degli ostacoli che Giunone ai suoi
trionfi frappone. Ati l'amante di Cibele, di cui il
poeta ci rammenta la famosa castrazione, viene per
parte della dea a consolar Bacco, e gli dà un' ar-
matura fabbricata da Vulcano. Lo scudo vien de-
scritto: nel mezzo vi erano rappresentati la terra,
il mare: intorno si vedeva il cielo, la sfera delle
stelle, il sole, la luna, i pianeti , le zone e le dif-
ferenti costellazioni. Vi era inoltre espresso Anfione
e Zeto, eh' edificarono col suono della lira Tebe
dalle sette porte; l'aquila che rapisce Ganimede, e
il combattimento di Damasene contro un orribile
serpente. Né trionfa: ma poco tempo dopo il ser-
pente è risuscitato per virtù d' una certa pianta
chiamata fior di Giove, che applicata richiama pure
in vita Tilo vittima infelice di questo animale.
Si vedeva pur Rea che aveva partorito di poco;
e Saturno che divora le pietre che prende pei suoi
figli. Tali erano a un dipresso i soggetti mitologici
scolpiti sul magnifico scudo inviato da Rea a Bacco,
e che attraeva la vista di tutte le schiere. Giunge
la notte, e stendendo sulla terra il velo delle sue
tenebre richiama al sonno i mortali.
Nel Canto seguente Minerva sotto le forme di
Oronte appare in sogno a Deriade, e lo muove a
combattere con Bacco. — Tu dormi, Deriade, gli
dice. Un re che deve esser vegliante per difendere