Page 870 - Lezioni di Mitologia;
P. 870
858
più evidente monumento della stretta unione che
riconosceva la pagana mitologia fra questi due figli
di Giove, Ercole e Bacco. L'antichità che gli con-
siderava come Dei soci, o secendo la frase propria
assessori, ravvisava in questi eroi divinizzati molte
maniere di rassembrarsi. Sono accennate presso che
tutte in questo greco epigramma:
Ambo Tehani, ambo guerrieri, ed ambo
Prole di Giove: un tratta il tirso, ed uno
Della possente clava arma la destra.
Peregrini ambedue termini al mondo
Posar colonne: e l'abito han sembiante.
La maculata nebride, e la spoglia
Del lion fero; ed i trastulli eguali,
I crotali, ed i cembali sonanti.
Giuno ad entrambi avversa fu: l'Olimpo
Fra celesti immortali entrambe accolse
In terra nati e dalle fiamme usciti.
» I crotali d'Ercole mentovati nell'epigramma
sono quegli stessi coi quali fugò quell'eroe gli uc-
celli Stinfalidi. Il comune loro culto fu ravvivato
da una superstiziosa adulazione quando Settimio
Severo li fé' riconoscere come divinità tutelari della
sua persona e della sua famiglia, e li fé' congiun-
gere nei conii delle monete romane coli' epigrafe :
Agli Bei Auspici. Le medaglie provano che questa
venerazione indivisa ad Ercole e Bacco perseverò
nell'impero romano anche nel regno di Caracalla.
» Mi sembra assai verisimile che il nostro bas-