Page 31 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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NEJULA GRECIA.  :  3 1
    « Se noi onoriamo la menzogna ne’ nostri spet-
    » tacoli, diss’ egli a Tespi, noi la troveremo
    » ben presto nei nostri impegni più sacri  ( i ) ».
    Il gusto eccessivo che ad un tratto nacque nella
    xàttà e nella campagna  pei drammi di Tespi
    e di Susarione, giustificò e rese inutile la pre-
    videnza inquieta di Solone. I poeti, che fino al-
    lora si erano esercitati nei ditirambi e nella sa-
    tira licenziosa, colpiti dalle forme felici, di cui
    questo genere cominciava ad ornarsi, consecra-
    rono  i loro talenti alla tragedia ed alla comme-
    dia  ( 2 ). Subito fu variato il soggetto del primo
    di questi poemi. Coloro che non giudicano dei
    loro piaceri se non per abitudine , sciamarono
    ohe questi argomenti erano stranieri al culto di
    Bacco (3): gli altri accorsero con maggiore en-
    tusiasmo alle nuove rappresentazioni.
       Frinico , discepolo di Tespi  preferì quella
                      ,
    specie di versi che meglio conviene ai drammi,
    fece qualche altro cangiamento (4),  e  lasciò la
    tragedia nell’infanzia.
       Eschilo la ricevette dalle mani di lui come
    involta in rozzi panni, coperta  il  viso di falsi
      (1) Plut. in Sol.  t.  i  , p. $ 5 . Diog.  I.  i,  § òg.
      (2) Aristot. poet.  c.  4,  *•  2, p. 665.
      ( 5 ) Plut. Simpos.  I.  1,  t.  2, p. 616.
      (4 ) Suìcla in



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