Page 112 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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102        LEZIONE SESTA.
        mendosi che se avessero assistito al combattimento, avrebbero’
        probabilmente finito coll’ azzuffarsi anche loro. La battaglia fra
        i secento durò un’ intera giornata  :  gli Spartani perirono tutti
        fuorché Otriade,  il quale però giaceva fra  i cadaveri gravemente
        ferito; degli Argivi, rimasero affatto  illesi Alcenore e Cromie,
        che corsero a iwrtare ad Argo  l’ annunzio della vittoria. Ma
        Otriade, rimasto solo,  si detto cura di spogliare  i cadaveri dei
        nemici e di portare  le loro armi nel campo spartano. Il giorno-
        dopo nacque questiono fra  i due popoli: Argo pretendeva d’aver
        vinto perché de’ suoi campioni n’era sopravvissuti due; Sparta
        glielo nega\a, osservando che quei due eran fuggiti, mentre
        Otriade era rimasto sul campo e aveva spogliato gli Argivi ucci-
        si. Bisognò dunque ricorrere all’ armi, e gli Spartani riportarono
             ‘
        il trionfo.
           Dopo d’ allora, due quinti del Peloponneso,  Si trovarono
        soggetti a una sola  città, governati a benelizio esclusivo degli
        Spartani. Le città dei Perieci c  i villaggi degl’ Iloti erano abitati
        dai sudditi scontenti e anelanti l’occasione di scoterne il giogo:
        ma non avendo forze da ciò, temevano e servivano. E predomi-
        nava Sparta anche sugli altri stati della penisola; né poteva es-
        sere  altrimenti,  giacché  (prescindendo  anche  dal  carattere
        de’ cittadini) tutto  il suo territorio, oltre a esser più vasto degli
        altri , aveva su questi  il vantaggio che  il suo governo era piena-
        mente centralizzato  ; inoltre la posizione della Laconia era mi-
        litarmente eccellente, essendo essa cinta per tre parti dal mare
        con una costa pericolosa  ; né era meno eccellente quella di Sparto
        stessa, lontana dal mare e difesa, a settentrione, da una quasi
        insuperabile catena di monti. Fu forse per questa sua posizione
        che gli Spartani non-si curarono mai di fortificarla; e conservò
        sempre, fin verso  il 200,  il suo aspetto primitivo di un gruppo
        di adiacenti villaggi, piuttosto che d’ una città regolare. La sua
        potenza ubbidita o temuta nel Peloponneso, era pure conosciuta
        e rispettata non solo nell’ altro parti della Grecia ma nei paesi
        più lontani. Quindi Creso re della Lidia ne ricercò  l’ amicizia e
        l’ alleanza con molti doni.
           Nel  .'514,  gli Spartani , sotto  il comando del re Cleomene
        (che andò anche contro Atene come diremo in un’ altra lezione)
        invasero novamente l’Argolide. Batterono più volte gli Argivi,
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