Page 114 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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        104      LEZIONE SETTIMA.
        Codro: e gli successero, per via d’eredità, dodici suoi di.scen-
        denti. Morto  1’ ultimo di questi, che fu Almeone, nel 752, la di-
        gnità <r arconte venne ristretta alla durata di dieci anni. Gli ar-
        conti decennali furono  sette: doi>o questi, nel 082, la durala
        deir arcontalo fu ridotta a un solo anno, e  l’ autorità ne fu di-
        visa fra nove magistrati.  11 primo di oasi  si chiamava  arconte
        |a‘r antonomasia, c anche arconte ejmiimo, i>erchè  1’ anno pren-
        deva  il nome da lui  : e’ rappre.senlava lo stato  ; decideva le que-
        .slioni che sorgessero nelle famiglie  ; era  il protettore legale degli
        orfani e delle vedove.  11 secondo s’intitolava re: erano sottopo-
        ste alle sue  decisioni  1’ accuse d’ ofle.sa alla  religione o tiuelle,
        d’omicidio.  Il terzo, chiamalo polemarca, era  il capo delle forze
        militai  i e giudicava le (luestioni fra cittadini e non cittadini. A
        ognuno di que.sli tre era inoltre alììdata  la soprintendenza e la
        direzione di certe feste religio.se. Gli altri sei eran tutti chiamati
        col nome di tesmoteti o legislatori: pare che giudicassero tutte le
        cause che non erano della giurisdizione si>eciale dei primi due.
          Questi .successivi mutamenti i>olilici;  il passaggio dall’au-
        torità regia irresponsabile  all’ arcontalo perpetuo ma responsa-
        bile  ; poi dall’ arcontalo perpetuo al decennale; e, finalmente,  il
        pa.ssaggio da (pieslo all’ annuale, con aumento del numero degli
        arconti, sono  i  .soli fatti che ci si presentano nella storia dell’At-
        tica pel cor.so di vari secoli. Intanto buio, non è possibile nem-
        meno che  il nostro sguardo distingua, con qualche chiarezza, di
        chi  fossero opera. Ma se  si pensa che a Sparta  l’aristocrazia
        trionfava, che anche in altro città aveva  il di sopra sul popolo
        che in tutte lottava più o meno felicemente con questo, che gli
                           iHjn.sa a
        arconti furono sempre di quella classe, se si  lutto ciò,
        non parrà lontana dal vero la congettura che gli autori di quei
        mutamenti fossero  i nobili, o, come gli chiamavano in Grecia,
        gli Eupatridi  (nati da boni padri). Siccome poi abitavano nella
        città e nello parti piane dell’Attica, però si chiamavano anche
        jrsd'iat&t (abitanti della pianura), in opposizione ai ^làxptot (abi-
        tanti dei monti), e ai ttìooIoi (abitanti delle coste). E questi nomi
        non solo gli distinguevano  jk'I luogo abitalo, ma anche per le
        opinioni e le tendenze jiolitiche: chè  i primi volevano il governo
        aristocratico;  i secondi, come sempre  i montanari, aspiravano a
        lilierlà  ; gli ultimi formavano un parlilo medio fra gli altri due.
        Questo solo avrebbe bastalo a farli lottar fra di loro  : ma tanto
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