Page 196 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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186 LEZIONE DODICESIMA.
avesse avuto effetto la morte, noi iioa ci raettureiiuno davvero
nel numero di quegli accusatori , jwrché crediamo die nessun
cittadino, per ne^una ragione mai, deva esser superiore alle
leggi , ma deva ognuno esser punito, quando e come lo leggi |ire~
scrivono. Se chiunque ha reso dei servigi allo Stato potesse* poi,
sotto la protezione -di quelli, commettere delle colpo e offenderlo
impunemente, é chiaro che lo Stato (massime uno stato lihoro)
non iiolrebhe sussistere. Certo, il senato romano che va incontro
'
a Varroiie reduce dalla sconGtta di Canne e lo ringrazia dlISSa
aver disperato della* repubblica^ ha più grandezza del popolo
d’ Atene che condanna .Milziade. Ma ogni governo halesuopro-*
prie virtù : Roma era uno stalo aristocratico ; o la stretta giusti-
zia è la virtù delle democnizie. « *Vii**c
LEZIONE TREDICESIMA.
SECOND.V GUERnA DERSIAXA.
Dopo la morte di Milziade rimasero ad- Alene degli altri
grandi cittadini, fra i quali si distinguevano Temistocle e Ari-
stide.
Il primo di questi nacque da Neocle ateniese e da una
donna di Tracia o di Caria, insomma forestiera: jier cui, se-
condo i pregiudizi ateniesi, Temistocle era riputato illegittimo.
Fin da giovanetto si mostrò fautore dei principii democratici, e
dette prova di quell’ accortezza per la quale si doveva tanto di-
stinguere in seguito. 1 ragazzi illegittimi come lui s’ adunavano
pei loro esercizi in un ginnasio apposito, che era quello chia-
mato Cinosargo. Orai Temistocle volle cancellar quella distin-
; e sepj» far cosi bene, da persua-
zione di legittimi e illegittimi
dere i ragazzi che appartenevano ai primi, a mescolarsi coi se-
il tempo con
condi nello stesso ginnasio. Invece perù di passare
questi, e’ si metteva per lo più in disparte, e s’ occupava a cora-
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