Page 198 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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188      LEZIONE TnEDICESI»lA.
      si lasciò sopraffare dall’ ardita opposizione  di Temistocle  , nè
      questo  desistè dal combatterlo. Qundi  lotte continue  ; per cui
      una volta osservò che la repubblica non sareblie stata tranquil-
      la , fmcbè e lui e Temistocle non sarebbero gettati nel baratro.
      Questo suo  detto r  lo  realizzò in  parte Temistocle e  a  solo
      danno dell’ avversario. E’  si dette  a sparger nel popolo  il so-
      s|)elto che Aristide aspirasse alla monarchia  ; e  lo fondava sul
      fatto che  i  tribunali erano inoperosi giustappunto |>orché Ari-
      stide, colla sua influenza, s’ era arrogato la decisione delle cause
      di  tutti  i cittadini. Per  tal modo ottenne, nel 483, eh’ e’ fosso
      sottoposto alla prova dell’ ostracismo. Si racconta che il giorno
      della votazione, Aristide s’imbattè in un oscuro cittadino, da cui
       fu [>regato di scrivere |>er lui sul coccio il proprio nome. «V’ ha
      egli forse offeso in qualcosa?» Gli domandò Aristide. «No, ri-
      si*osi‘  r altro , non  lo conosco nemmeno , ma sono già stufo
       di sentirlo sempre chiamare  il giusto.»  '  Il grand’uomo scrisse
       senza far motto  il proprio nome sul coccio, e poi lo rese a quel
       savio volante. Esaminati  i voti, Aristide era ostracizzato. Uscendo
       dalla città,  il Giusto pregò gli Dei che la non avesse mai biso-
       gno di lui.
         Liberato  dal suo potente  rivale,  Temi.stocle possedè lui
       solo  il favore popolare; e ne profittò non solo jier  la sua gloria,
       ma pel bene della Grecia. Dopo la ritirata dei Persiani, credevano
       gli Ateniesi che fos.se rimosso oramai qualunque pericolo per parte
       di quelli. Non cosi Temistocle, che colla sua perspicacia conobbe
       che  il re di Persia avrebbe voluto vendicarsi della sconfitta di
       Maratona, e conobbe pure che la difesa migliore contro una nova
       aggressione, bisognava cercarla in una flotta numerosa o bene
      , addestrata. Per ottenere che gli Ateniesi la costruissero, non gli
       parlò però di quella formidabile eventualità lontana, chè non
       sarebbe stato ascoltato ma fece un appello alla loro gelosia con-
                ,
       tro Egina che era sempre in guerra con loro, e le di cui navi
       erano padrone del mare. Il popolo si persuase facilmente , e ac-
       crebbe la sua forza navale di dugento legni. Allo stesso tempo,
       0 un poco più tardi, fu stabilito che si dovrebbe fabbricare ogni
       anno venti triremi nove. La guerra d’Egina dunque « fu la sal-
       » vezza della Grecia costringendo  gli Ateniesi a rendersi una
         * Plul., j^rislide, 7.
                               Digilized -- f^nogk
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