Page 202 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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192   •  LEZIONE TREDICESIMA,  , .
       riunione, sul medesimo punto della terra, di popoli differenti,
       ciascuno colla sua foggia nazionale, colle sue proprie armature
       con capitani suoi jiropri, sebbene  i comandi superiori fossero af-
       fidati a nobili nativi  ix>rsiani. C’era  i Persiani coi  larghi cal-
       zoni e le corazze lavorate a squamme di pesce e gli scudi intes-
       suti di vimini; c’era  i Medi colla tiara e vesti magnifiche e gli
       archi di canna e aste corte  ; c’era gli Assiri cogli elmi di bronzo
       d’una forma strana, e la corazza di tela, e le clave di legno guar-
       nite di ferro  ; c’era gl’ Indiani vestiti di stoffe di cotone, armati
       di archi di canna e di frcccie parimente di canna colla punta di
       ferro  ; gli Etiopi d’ Affrica dipinti di bianco e di rosso, coperti di
       pelli di leone e di leojtardo, con lunghi archi di palma, con pic-
       cole freccio che invece del ferro avevano in punta una pietra
       aguzza, e con mazze nodose, e aste aventi in cima un corno
       d’antilope; gli Etiopi d’Asia, popolazione confinante cogl’india-
       ni, aventi gli elmi formati colla pelle delle teste di cavalli, colle
       orecchie ritte e le criniere svolazzanti; c’era  i Saci armati  di
       scure;  i Lidi condotti da quadrighe o carri di guerra; gli Arabi
       montati sui cammelli; e, per far breve, c’era  i marinai della
       Fenicia, e anche Greci asiatici costretti ad andare  combattere
       i loro fratelli.
         Fatta r enumerazione delle truppe,  il re le passò in rivista
       jjercorrendo sul suo carro tutte le ghiere. Sali poi a bordo d’una
       nave sidonia, dove s’ assise sotto/un baldacchino d’ ono, e passò
       in rivista la flotta. Ciò fatto, e disceso dalla nave, fece venire a
       se il re Demarato che, dopo essere stato a Sparta esautorato' per
       opera di Cleomene, aveva cercato un asilo alla corte di Susa.
       « Credi tu » gli domandò « che  i Greci oseranno resistermi? » —
       »  I Greci  « rispose Demarato »  son da temersi perchè sono
       » allevati alla scuola della povertà e della virtù. Gli Spartani, per
       » non parlar che di questi, ti verranno contro e ti presenteranno
       » battaglia, quand’anche tutto  il resto della Grecia si sottomet-
       » tesse allo tue armi. Non  l’ informare del loro numero  ; fossero
       » pur mille soltanto, fossero anche meno di mille, non indietreg-
       « geranno per questo. » A tali parole Serse rideva, e domandava
       a Demarato come mai gli Spartani non  si lasciassero prendere
       da timore, o chi mai gli obbligasse a combattere loro malgrado.
       « La legge » replicò Demarato  ; « la legge che ha più potere so-
       » pra di loro, che non tu sopra  i tuoi sudditi  ; la legge la quale
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