Page 194 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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184    AfLEZIONE DODICESIMA.-;
        » prima che ci lonwsscro gli Ateniesi. Si dice che fossero in-
        » dotti a ciò dagli Alraeonidi, che avevan sollevato in aria, come
        » per segnale d’invito, uno scudo. Ma  i vincitori ritornarono a
        » marcia forzata  ; ed erano già accampati nel Cinosargo, quando
        »  i vascelli  dei  barbari apparvero innanzi  a Falera che  era
        » allora  il porto degli Ateniesi. 11 tentativo dunque andò a vóto.
                      ‘
        » La flotta fece vela per  1’ Asia. »
          In questa memorabile battaglia della libertà, in cui rimase
        vinta da un pugno di prodi una nazione che aveva soggiogatola
        più gran parte del mondo conosciuto  , e che rivelava al piccolo
        Stato d’ Atene la propria potenza, e  gl’ infondeva uno spirito
        novo, perirono soltanto 192 Ateniesi:  i Persiani ebbero uccisi
        GiOO uomini fra  i quali Ippia il parricida. Si racconta che Fidip-
        pide volasse subito da Maratona ad Atene ad annunziare la con-
        seguita vittoria  ; e tanta fu  la foga del suo camtnino e la gioia
        del suo animo, che cadde spirando nel mentre dava ai magistrati
        la bona novella.
          Milziade non ebbe allora altro onore che d’ esser fatto di-
        pingere, per ordine pubblico, sotto  il portico del Pecile, al di-
        nanzi degli altri generali, in atto d’esortare  i soldati alcombal^-
        timento. Dopo morto  , gli venne eretta una tomba sulla pianura
        di Maratona, accanto a quella dov’ erano stati deposti  i morti in
        battaglia. Presso quest’ ultima sorgevano dieci colonne, una per
        ogni tribù, sulle quali erano iscritti  i nomi di quei gloriosi de-
        funti. Anche  i Plateani ebbero una sepoltura distinta, l Persiani
        avevan portato seco un blocco di marmo per alzare un trofeo
        dopo che avessero vinto, come se ne tenevano sicuri. Di quel
        marmo, se ne servirono invece gli Ateniesi che dettero a Fidia
        l’ incarico di farne una statua rappresentante Nemesi, la dea delle
        giuste vendette.
          Due giorni dopo la battaglia arrivarono 2000 Spartani che
        in tre soli giorni eran venuti da Sparta ad Atene  : sforzo sor-
        prendente se si pensa alla distanza totale fra le due città. Si ral-
        legrarono molto cogli Ateniesi del trionfo che avevan ottenuto, e
        si portaron  subito  sulla pianura  di Maratona  a contemplare
        i 6000 barbari che ancora giacevan cadaveri sparsi sul suolo.
          Respinta l’invasione, Milziade propose a’ suoi concittadini
        d’equipaggiare una flotta di settanta navi e di metterla sotto al
          < Erod., VI, 111-116.
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