Page 210 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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200 LEZIONE TREDICESIMA.
era. un corpo scelto di 10,000 Persiani, e aveva quel nome pi*r-
ché si manteneva sempre lo stesso numero, sostituendosi subito
novi guerrieri a quelli defunti. Si combattè tutto il giorno ; alla
fine del quale, anche gl’immortali doverono retrocedere dopo
aver sofferto di gravi danni. Il giorno seguente furon rinnovati
gli attaccati, ma con successo nuli’ affatto diverso. I Greci che
durante la misc-hia s’ erari dati lo scambio, si portarono tutti
quanti da prodi.
A tale inaspettata resistenza, l’animo orgoglioso del re
doventó timoroso e inquieto ma venne in suo aiuto un esecra-
;
bile tradimento. Un maliose, di nome Efialte, si presentò a dir-
gli, nella speranza d’ una gran ricompensa, che c’ era nella mon-
tagna un sentiero segreto, jiel quale si poteva andare al di là
delle Termopili, e sorprendere i Greci alle spalle. Il re giubbi-
lante ordina a Idarne di .seguir senza indugio quell’ uomo colla
sua schiera degl’ Immortali ; e si mettono in marcia, che si fa-
reva già notte. A guardar quel stmtiero c’ erano già stati man-
,
dati da Leonida i Focidesi, e s’ erano posti sulla più alta cima.
Ouesti non s’ accòrsero che tardi, e solo pel fruscio delle foglie,
della venuta dei nemici : avevan potuto salire non visti, in gra-
zia delle boscaglie di querci che coprivano la montagna. I Fo-
cidesi si messere subito in ordine per combattere ; e Idarne,
dapprima, credendoli Spartani, fu preso da timore. Saputo poi da
F.fialte chi veramente erano, gli assali e gli messo in fuga.
Nella notte, dei disertori avevan portato nel campo greco
la triste notizia di quel movimento dei nemici : movimento con-
fermato, allo spuntar del giorno, dalle sentinelle che erano state
appostate sopra le alture. Si foce subito un’adunanza; alcuni
liensavano che non si doveva abbandonar quella posizione, altri
che bisognava ritirarsi. Ma Leonida stesso, nel mentre diceva che
lui co’ suoi compatriotti non si sarebbe mosso di li, esortava gli
altri a partire. Tutti gli alleati dunque si ritirarono, a eccezione
dei Tespiani e dei Tebani : i primi rimasero volontariamente,
determinati a vincere o a morire cogli Spartani i secondi fu-
;
ron trattenuti loro malgrado, come ostaggi, da Leonida.
Qui si racconta dogli aneddoti che mostrano quanto fosse
r entusiasmo, misto a freddezza, degli Spartani. «Venite,» disse
Leonida a’ suoi compagni, « desiniamo insieme allegramente^ sta-
sera ceneremo con Plutone.» Un Trachinio osservavaallo Spartano,
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