Page 229 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SECOKDA GUERRA PERSIANA. 21 0-
strandoli 1’ una e l’altra mensa ; « V’ho fatto venir qui » disse,
« perché vediate quanta sia la stoltezza del re dei barbari, il
» quale, avvezzo a tal genere di vitto ,. era venuto a disputare
» a noi la nostra magra pietanza. » ‘ Vedremo però che il se-
vero Spartano si lasciò poi corrompere da quello che oi-a
sprezzava.
Diviso il bottino, i Greci pensarono a- sotterrare e onorare
gli estinti. Gli Spartani inalzarono tre monumenti: il primo, per
gli uffiziali il secondo, per gli altri Lacedemoni
; ; e il. terzo, per
gl’ Iloti. Ciascuna dcdle altre città inalzò un monumento simile
pei suoi propri cittadini periti nella battaglia. 11 più coraggioso
di tutti i Greci .si mostrò Aristodemo : quell’ Aristodemo di cui,
dopo il fatto delle Termopili, tutta la vita stava nel desiderio,
di morire gloriosamente su un campo di battaglia. 11 suo desi-
derio fu soddisfatto a Platea : eppure fu escluso da ogni onore
che gli Spartani tributarono agli altri.
Prima di separarsi, gli alleati eressero in comune sulla
pubblica piazza di Platea un altare a Giove liberatore^ Oltrac-
ciò, sulla proposizione d’Aristide fu stabilito, che tutti gli Stati
della Grecia mandassero ogni anno a Platea dei deputati, onde
festeggiare con sacrifizi solenni l’anniversario della battaglia;
che ogni cinque anni si celebrasse dei giochi che dovevano es-
.ser'chiamatne feste della libertà ; che i popoli alleati dovessero
sempre tenere in pronto, per guerreggiare i barbari, diecimila
opliti, mille cavalieri e cento triremi ma che da quest’ obbligo
;
militare fossero esenti i Plateani, i. quali dovevano esser consi-
derati come un popolo inviolabile e sacro.
Undici giorni dopo la battaglia, i vincitori si presentarono
dinanzi a Tebo che alla vigliaccherie di sottomettersi allo stra-
niero aveva aggiunto la tristizia d’ aiutarlo a fare schiava tutta
la Grecia. E’ cliio.sero la consegna degli autori principali del
tradimento; e dietro un rifiuto, cinsero d’ assedio la città. Avu-
tili poi, Paosania congedò gli alleati, condusse quei prigionieri a
Corinto, e gli fece nntttere a morte: esempio severo ma salutare.
Nel giorno medesimo di quella vittoria immortale, i Greci
ne riportavano un’ altra non meno illustre sul territorio asiatico.
La fiotta greca, composta di centodieci triremi, stazionava a
Deio, sotto il comando dello sparlano Leotichida e deU’ate-
* EfO(l.,IX, 82.