Page 468 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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458      LEZIONE VENTOTTESIMA.
      montò sul trono  il suo figliolo Oco o Àrtaserse III. Aveva già
      ucciso due de’ suoi fratelli  ; quelli che gli parevano più perico-
      losi. Pure, non si credè sicuro della corona finaccbè non ebbe
      ucciso barbaramente centottanta membri  della famiglia reale.
       Ma non per questo la potè tenere per tutta la vita sua naturale.
       La sua ferocia io rese odiosissimo ai sudditi. Sen’ approfittò Ba-
      goa per farlo morir di veleno; e pose sui trono Àrsete,  il più
      giovane dei figlioli del re  , dopo aver fatto assassinar tutti gli al-
      tri. La scelta del più giovane, era pel desiderio che aveva Bagoa
      di tenerlo sotto la sua dipendenza. In capo a tre anni  , Àrsete si
      vuol disfare di quel maestro colpevole  : ma questo lo previene e
      r uccide. La famiglia reale era estinta  : per cui Bagoa proclamò
      re un suo amico, Codomano, che prese  il nome di Dario. Era
      appena salito sul trono, che  il regicida, non contento di lui, gli
      preparava il veleno ma Dario, accortosene, lo fece bere a Ba-
               :
      goa stesso, e cosi pose fine a quelle uccisioni. Durante questi ul-
      timi regni , le solite ribellioni erano scoppiate qua e là pel va-
      stissimo impero.
        In tanto disordine dunque si trovava quando Alessandro si
                        ,
      mosse da Fella per andargli contro, sul principio della prima-
      vera del 334. La sua fanteria  si componeva di 30,000 uomini
      divisi cosi: 12,000 Macedoni, 7000 alleati e 5000 mercenari,
      tutti sotto  il comando di Parmenione; 5000 Odrisi,  Triballi e
      miri  ; e 1000 arcieri agriani. La cavalleria poi contava 4500 uo-
      mini  : cioè 1500 Macedoni capitanati da Pilota figliolo di Par-
      menione; 1500 Tessali guidati da Cala  ; 600 Greci alleati, sotto
      il comando d’ Erigio, e 900 Traci e Peoni condotti da Cassan-
      dra. Lasciava in Macedonia a disposizione (fAntipatro, a cui
      aveva confidato la reggenza, 12,000 pedoni e 1500 cavalli.
        Con queir armata di 34,500 uomini, fornita di viveri per
      solo un mese, Alessandro arrivò a Sesto in venti giorni di mar-
      cia. Prima d’ imbarcarsi volle distribuire tutti  i suoi beni a quelle
                         « Cosa dunque  ti ri-
      persone della sua casa che amava di più.
      » serbi per te? » gli chiese Perdicca. « La speranza  » * rispose
                             1
      Alessandro.
        Lo stretto fu attraversato tranquillamente sopra 160 navi.
                          ; e durante la tra-
      Alessandro sedeva al governo della sua nave
      versata sacrificò a Nettuno e alle Nereidi. Arrivati in prossimità
         ^  Id.  , ìLitl.  , 15.
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