Page 471 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALESSANDRO M.AGNO.  461
    lattia mentre era all’assedio di Mitileiie, e cosi venne meno al-
    r impero  il suo solo sostegno.
      Intanto Alessandro, seguitando sempre la costa del mare^
    assoggetta- la Licia e la Panfilia, di dove si riconduce a setten-
    trione fino alla piccola Frigia. Arrivato a Gordio, antica capi-
    tale di questa provincia, ci détte una nova prova della risolu-
    tezza del suo carattere.  11 nodo per cui  s’ attaccava al giogo  il
    timone d’ un carro che si trovava in quella città, era talmente
    aggruppato, che non si poteva distinguere  i due capi della corda,
    e quindi non era dato a nessuno di scioglierlo. Ora, siccome un
    oracolo aveva predetto che chi  l’ avesse sciolto avrebbe ottenuto
    il dominio dell’Asia, Alessandro lo volle vedere; e senza titu-
    bare un momento, leva la spada e taglia con un colpo la corda,
    e si vanta d’ aver cosi compito  1’  olo.
      Da Gordio si ripiega novame  verso  il mezzogiorno della
    pSisola. Ad Andrà riceve degli ambasciatori mandatigli dalla
    Paflagonia a fargli atto di  sottomissione. Marcia  poi lungo  la
    Cappadocia ed entra nella Cilicia. Arrivato a Tarso, tutto co-
    jierto di sudore, volle imprudentemente gettarsi a fare un bagno
    nelle fredde acque del Cinno  : per cui fu preso da una febbre
    cosi violenta che fu per morirne. In mezzo allo sbigottimento di
    tutti, Filippo d’Acarnania, medico e amico del re, si détte  a
    preparargli una bibita medicinale. Pochi momenti prima che
    gliela presentasse, Alessandro aveva ricevuto una lettera di Par-
    menione, che era restato in Cappadocia,  il quale l’esortava  a
    diffidare dei medico, dicendo che s’era venduto ai Persiani. Che
    dati avesse Parmenione per sospettar di Filippo, non  si sa ma
                              :
    è certo che non molto prima era stata sventata un’ altra cospi-
    razione contro la vita del re, tramata da uno de’ suoi generali
    a cui Dario aveva promesso mille talenti e il trono di Macedonia.
    A ogni modo, Alessandro, con un coraggio più raro di quello
    del campo di battaglia, prende con una mano la tazza che gli
    vien presentata dal medico; gli dà, coll’altra, a legger la lettera
    ricevuta; e mentre  Filippo ne comincia  la  lettura, tracanna
    tutt'in un sorso la bibita. Intanto tien  fi.sso  il suo sguardo pe-
    netrante sul volto del medico per conoscere quali sentimenti gli
    passavano in quel momento nell’animo. Ma  il fedele amico, an-
    ziché timore, manifestò grande orrore per la sola idea del mis-
    fatto di cui s’ era sospettato capace.
                              Dioiii. - : by Gncjgle
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