Page 469 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALESSANDRO MAGNO.  459
     della terra asiatica, quasi per prenderne possesso,  e’ lanciò un
     giavellotto contro la costa. Sbarcò pel primo, e si recò nel vicino
     luogo dove già sorgeva la città di Priamo. Quindi incoronò la »
     tomba d’Achille, dicendo intanto che invidiava a quell’eroe
     d’ avere avuto un amico come Patroclo e un cantore come Omero.
       Non si sa se per negligenza o per disprezzo  i Persiani la-
     sciarono  i Macedoni attraversar lo stretto senza opporre punta
     resistenza.  S’ erano  però ben preparali  a  resistere per terra.
     Dietro  il Cranico, fiume della Frigia,  c’era  accampala una
     loro armala che, secondo Arriano,  ‘ aveva 40,000 uomini  fra
     cavalleria « fanteria; secondo Diodoro,* 140,000.  Fattosi con-
     siglio  fra  i  generali, Mennone  di Rodi propose  di devastare
     l’Asia Minore  fino a ridurla un deserto, e di ritirarsi senza
     combattere innanzi ad Alessandro che  si troverebbe costretto a
     ripassare in Europa o a darsi per vinto per mancanza di vetto-
     vaglie. Era il modo di guerra che sul principio del nostro secolo
     salvò la Russia da Napoleone. Ma allora non fu seguito perché
     Arsite, satrapo della Frigia, protestò contro qualunque guasto
     che si volesse far subire al paese da lui governato.
       Arrivato al fiume, Alessandro risolve di sforzarne il passag-
     gio, e s’ inoltra fra  i primi alla testa della cavalleria. Per questa,
     era un luogo svantaggioso, essendo profondo il fiume e scoscese
     le sue ripe. Quindi, nel primo attacco, fu respinta ma potè poi
                          :
     venire a proda dove fu subito seguita dall’ altre truppe. S’in-
     gaggiò allora una feroce battaglia. La tattica e la disciplina la
     vinsero sul numero, e Alessandro riportò un trionfo completo.
     Era mancato poco però che non fos.se morto. Andò debitore della
     vita al coraggio di dito che tagliò di netto il braccio al satrapo
     Spitridatc, nell’atto che questo stava dietro  il re preparandogli
     un fendente sopra la testa. Dei vinti  , ne fu  fatta un’ immensa
     carnificìna  ; e 2000 caddero vivi nelle mani dei vincitori. I Ma-
     cedoni persero soltanto trenta uomini di fanteria e ottanlacinque
     di cavalleria. Venticinque di quest’ ultimi appartenevano al corpo
     dei compagni del re. Alessandro ne volle onorar la memoria or-
     dinando a Lisippo di faro in bronzo le loro statue che furono
     alzate in Dione città della Macedonia. Tutti poi  i centoquindici
     uccisi, gli fece seppellire colle loro armi, e dispensò  i loro padri
       * Op. cii., 1 , 14.
       > XVII, 19.
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