Page 472 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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462           LEZIONE VENTOTTESIMA..
              Rimesso in' salute, partì da Tarso all’ incontro di Bario cbe
           alla testa di 500,000 combattenti, secondo Biodoro, * o di 6Q0,000
           «econdo Arrìano,* era venuto .per chiudere al giovane conqui-
           statore il passaggio nella Siria. V incontrò il_29 novembre del
           333 in una pianura attraversata dal fiume Pinaro cbe  si getta
           nel golfo d’ Isso  ; e mette  ii;i ordine immediatamente V armata
           per dare quella memorabile battaglia che prese il nome dal golfo
           vicino.
              I suoi soldati, gli fece dapprima Alessandro avanzar tentar-
           mente perché non ai disordinasse la sua falange ma come fu-
                                             :
           rono a poca distanza, tutti, e lui fra  i primi, si scagliarono a
           gran corsa contro  i nemici per  atterrirli coir impetuosità del-
           i’ attacco. Alle già note ragioni d’ inferiorità dei barbari .ai Ma-
           cedoni, s’aggiungeva ora che quella immensa moltitudine era
           danneggiata dalla troppa strettezza del luogo. Non passò dun^k
           molto tempo che si vedde bene da 'che parte sarebbe restata m
           vittoria, a  I cavalli del carro di Dario, coperti di ferite e atter-
             riti per la gran quantità di cadaveri che avevan dintorno, non
           y>
           » ubbidivano più al freno, e stavano per trasportare Dario stesso
                                                     il re
           » in mezzo ai nemici. Trovandosi in quel grave pericolo ,
           » stesso afferrò le redini dei cavalli , contro la dignità e l’ usanza
           y> dei monarchi di Persia. I suoi uffiziali allora gli presentarono
           » un altro carro. Mentre che passava in questo, lo scompiglio si
           » fece maggiore; e Dario, vedendo  i nemici cosi vicini, cadde
           » in preda al terrore. I Persiani  , appena che veddero  il re spa-
           » ventato, si dettero alla fuga, e la disfatta fu completa.  An-
           che Dario allora cercò di salvarsi. « Quando fu arrivato in certe
           »  valli mal praticabili, abbandonò il suo carro, il suo scudo, la
           » sua veste,  il suo arco, e se ne fuggi a cavallo. La notte che
           » sopraggiunse lo liberò dal restar prigioniero  d’ Alessandro,
           » giacché questo  l’ insegui ardentemente finché durò  la luce
                                                       ;
           » ma fattosi buio, e non vedendo più dove si metteva  i piedi,
           » ritornò indietro al suo campo, portando seco  il carro e  lo
           » scudo e la veste e l’arco di Dario. Avrebbe preso anche lui,
           » se prima di mettersi a inseguirlo non ayesse prudentemente  *
           » aspettato di vedere riordinata la sua falange , disfatti  i merce-
               * XVII, 33.
               * II, 8.
               » Diod. , XVII ,84.






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