Page 560 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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550  •  LF.ZIONE TRENT\QF'ATTRESIMA.
       SUO quella multa, ma  gli promésse, che avrebbe pagato tutte
       quello a cui fosse condannato ulteriormente. Dionigi dunque con-
       tinuò con più fervore: la sua insistenza indusse il popolo a eleg-
       gere dei novi generali, e fu nominato anche lui.
         Da quel momento, non pensa che a sbarazzarsi de’ suoi col-
       leghi per restar lui solo al comando. A questo scopo, avendo bi-
       sogno di cattivarsi tutto l’affetto dell’ armata, la conduce a Gela
       a liberar quel popolo dall’ oppressione dei ricchi. E’ gli fa, infat-
       ti, condannare e spogliare dei  loro beni che  poi  distribuisce
       ai soldati; e  i soldati  n’ e.saltano la generosità  e  la prodezza.
       Rientrando a Siracusa, s’incontrò nel popolo che usciva dal teatro.
       Ne prese occasione per arringarlo e accusar di novo la venalità
       dei generali e la negligenza dei magistrati che, invece di prepa-
       rar le difese contro  i pericoli soprastanti alla patria, pensavano
       a divertire  il popolo cogli spettacoli. Il popolo ne resta commosso
       e nomina Dionigi generalissimo. Non passa molto tempo eh’ e’ fa
       nascere un tumulto; o pretestando, come Pisistralo ad Atene,
       che s’attentava  a’ suoi giorni, ottiene una guardia di sessanta
       uomini che poi accresce fino a mille? Dà a questi  dell’ armi ma-
       gnifiche,  gli  fa  le più larghe promesse,  glj riempie delle più
       belle speranze: poi, fattosi molti partigiani anche fuori dell’ar-
       mata, si leva la maschera e si dichiara tiranno della città.
         I Cartaginesi frattanto  s' avanzavano  a poco a poco verso
       Siracusa, e ponevano assedio a Gela. Dionigi accorre coll’armata
       in soccorso di questa città: ma persa una battaglia, rinunzia a
       difender Gela, e cogli abitanti di essa e di Camarina (che tutt’e
       due caddero in potere dei nemici) si riconduce a Siracusa. Que-
       sta ritirata scontenta l’armata; e  i cavalieri, che appartenevano
       alle più ricche famiglie di Siracusa, tentano prima d’ assassinarlo
       durante la marcia, poi di movere la città a rivoluzione. Dionigi
       scopre le loro mire e fa un fiero macello de’ suoi avversari. Que-
       sti avvenimenti avrebbero agevolato ai Cartaginesi la presa di
       Siracusa: ma la peste da cui erano travagliati prese tale .sviluppo,
       che si trovaron costretti a chieder pace. Era l’anno 405. Il trat-
       tato stabiliva che continuerebbero a occupare Selinunte , Agri-
       gento e Iraera, ma restituirebbero ai loro abitanti Gela e Ca-
       marina.
                     , pensa Dionigi a consolidarsi
         Sicuro cosi dai Cartaginesi
       nella tirannia. Fortifica la vicina isola d’ Ortigia per ritirarcisi
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