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      è mediante la facoltà di questa se
      conda ragione ( libertà morale ),
      che l'uomo tende infinitamente al
      di là d'ogni sfera sperimentale ad
      una perfezione oltre i confini dei
     sensi ( ipersensitiva ) : e tale ten
      denza lo convince della realtà del
      l'ideale, della realtà di un mondo
      intelligibile. Perciocchè la virtù,
      cui Kant considera prescritta in for- -
      za di una legge di ragione a priori,
      ed intimamente collegata colla feli
      cità, la virtù, costituisce il supre
      mo bene. E per tale combinazione
      della felicità colla virtù, come che
      da noi affatto indipendente, se ne
     inferisce che veniamo costretti am
      mettere una causa prima; la qual
      causa non può essere che l'ente
       erfetto per eccellenza, vale a dire
       a divinità. Tutto questo però è
      molto meno sapere teoretico, se
     “pure lo può essere in senso critico,
      di quello sia una fede pratica razio
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