Page 44 - Bollettino I Semestre 2019
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alors qu’il était  interrogé en tant que témoin, le quatrième requérant a commencé à s’auto-incriminer et  les
            policiers  qui  conduisaient  l’interrogatoire  ont  interrompu  celui-ci  afin  de  demander  des  instructions  à  leur
            supérieur. La Cour est convaincue qu’à ce stade l’interrogatoire avait donné corps au soupçon de perpétration
            par lui d’une infraction pénale, de sorte que, à partir de ce moment-là, les actions effectuées par la police ont eu
            des répercussions importantes sur sa situation et qu’il était dès lors l’objet d’une «accusation en matière pénale»
            au sens autonome que revêt cette expression sur le terrain de l’article 6 de la Convention.


            Proprio richiamando la predetta affermazione, la Corte EDU ha, nel caso ora in esame, osservato
            che,  anche  a  voler  ritenere  che  i  necessari  indizi  di  reità  non  risultassero  già  acquisiti  nel
            momento dell’interrogatorio svolto alle ore 1.45 del 6.11.2007, a conclusione diverse doveva
            giungersi, come riconosciuto anche dal Governo italiano, per il successivo interrogatorio svolto

            alle ore 5.45.

            La Corte – sempre in linea con i propri precedenti in materia (Corte EDU,  Grande Chambre,

            09.11.2018, caso BEUZE c. Belgio) – ha ribadito che le restrizioni al diritto di essere assistito da
            un avvocato sono legittime solo se:

            1) giustificate da ‘validi motivi’ (c.d. compelling reasons);


            2) vi si ricorra solo in circostanze eccezionali;


            3) abbiano natura temporanea;

            4)  vengano  parametrate  su  una  valutazione  individuale  delle  circostanze  particolari  del  caso
            concreto.


            Nel caso di specie, tuttavia, la Corte ha osservato che le autorità italiane non avevano allegato
            né dei validi motivi, né delle speciali circostanze in grado di giustificare una limitazione delle
            garanzie  della  ricorrente,  e  neppure  erano  riuscite  a  dimostrare  che,  nonostante  l’accertata

            indebita restrizione del diritto della ricorrente all’assistenza di un difensore, il processo potesse
            definirsi ugualmente equo.


            4.2. Con riferimento al diritto all’assistenza di un interprete, la Corte di Strasburgo ha ricordato
            che incombe sulle Autorità procedenti l’onere non soltanto di nominare, ma anche di controllare
            di continuo la proficuità dell’operato dell’interprete nominato nell’interesse del soggetto assistito,
            richiamando,  in  proposito,  la  propria  decisione  emessa  dalla  IV  Sezione,  28/08/2018,  caso

            VIZGIRDA contro Slovenia, che aveva efficacemente osservato quanto segue:

            75. Under paragraph 3 (a) of Article 6 of the Convention, any person charged with a criminal offence has the
            right “to be informed promptly, in a language which he understands and in detail, of the nature and cause of the
            accusation against him”. Whilst this provision does not specify that the relevant information should be given in
            writing or translated in written form for a foreign defendant, it does point to the need for special attention to be
            paid to the notification of the “accusation” to the defendant. An indictment plays a crucial role in the criminal



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