Page 501 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MORTE D’ ALESSANDRO A QUELLA d’ EUMENE. 491
quale non s’ obbliga di restar fedele che alla famiglia reale. Que-
sta cosa, e’ la fa cono?cere ai Macedoni che lo tenevano assediato;
e loro, sempre affezionati a quella famiglia, l’approvano e lo la-
sciano uscire dalla fortezza. Quando Antigono ricevè il trattato
firmato da Kumene, e s’ accorse della modilicazione che questo ci
aveva fatto, mandò subito l' ordino di stringer 1’ assedio più che
mai : ma Eumene correva già libero il paese, alla testa di
2000 uomini a cavallo che aveva subito raccolto da tutte le parti
per sostenere la causa del novo reggente.
l‘olis|K*rconlc, alla sua volta, lo sosteneva. Gli scrisse subito
dalla Macedonia, a nomo dei re, |>er assicurargli il possesso
delle province che aveva tenuto sotto l’erdicca, o per promet-
tergli la più energica assistenza nella sua lotta con Antigono.
Mandava intanto ai tesorieri della Cilicia l’ordine di pagare im-
mediatamente a Eumene cinquecento talenti, |>er conqxjnsarlo
delle perdite già .«offerte; o di .«omministrargli poi il danaro che
gli fosse nece.ssario, a ogni sua richiesta. Ordinava infine ai
3000 argiraspidi (cosi detti dagli scudi d'argento) che erano di
guarnigione nella Cilicia, di mettersi sotto il comando di lui.
Mentre prendeva queste disposizioni per combatter la lega
in Asia, ne prendeva dell’ altro non meno importanti per com-
batterla in Grecia, dove il partito di Cassandro era assai pode-
roso in grazia degli amici e dei magistrati che suo padre Anli-
patro aveva stabiliti nelle città. Per raggiungere questo scopo, si
servi dell’ allettativo sempre eflicace sui popoli, efficacissimo al-
lora sui Greci : la libertà. In nome d’ Arrideo decretò ebe tutte
le città greche richiamas.«ero gli esuli e si governassero come al
tempo di Filippo e d’Alessandro. 11 decreto produsse l’effetto
desiderato : i partigiani d’ Antipatro, che erano doventati quelli
di Cassandro, si trovarono in preda alla reazione degli altri. Ad
Atene specialmente pareva che i tanti e tanti espulsi nel 3'2'ì,
non rientrassero che per sfogare la loro vendetta contro i Nove-
mila e contro Focione. L’amicizia di questo per Filippo, pt*r
Alessandro, per Antipatro, sarebbe bastata, in quel momento
d’esaltazione popolare, ad attirargli sul capo l’indignazione co-
mune. Ma c’era una ragione di più. Avvenuta la morto d’ Anti- ^
patro, Cassandro s’ era affrettato, prima che gli Ateniesi ne aves-
sero la notizia, a far prendere al suo amico Nicànore il comando
della guarnigione che era in Munichio. Focione s’era mostrato
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