Page 59 - IL TASSELLO MANCANTE
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abbassare la serranda, gli mostrò una stradina poco illuminata,
che saliva in collina tra serre e alberi di ulivo. Dopo qualche
curva, gli indicò una villetta a due piani di nuova costruzione,
con il piazzale antistante ancora da asfaltare.
“Ecco, io abito qui. Grazie… sei stato davvero molto gentile ad
accompagnarmi. Domani spero di recuperare la mia macchina e
la mia autonomia.” disse con un sorriso appena accennato,
scendendo velocemente dall’auto.
Raccolse dal bagagliaio le sue borse e si avviò verso casa, facendo
un cenno di saluto con il capo.
“Ma aspetta… ti porto io le borse!” disse subito. Non era chiaro
se per la volontà di dare una mano o quella di avere una scusa
per entrare in casa sua.
Lei si fermò un momento, titubante… Poi disse, gettando uno
sguardo all’orologio come se avesse fretta di chiudere il discorso:
“No, no… lascia stare. Sei già stato fin troppo cortese… sono solo
dieci scalini, non ti preoccupare.”
E lo disse con un tono piuttosto formale e distaccato… ben
diverso da quello che si aspettava.
“Non è nessun disturbo, ti assicuro… Lascia che ti dia una
mano.”
A questo punto, Sandra accondiscese, con un freddo:
“Beh, allora grazie, lasciameli in cima alle scale.”
Lui non capiva la ragione di quell’atteggiamento, così diverso da
quello tenuto nell’intera giornata e che lo aveva fatto ben sperare
mentre percorrevano la stradina che saliva verso casa sua.
Saliti quei pochi scalini, Sandra aprì la porta di casa,
trattenendola con la mano per non farla spalancare.
“Ecco, grazie, lascia pure le borse qui a terra, poi ci penso io…
Allora siamo d’accordo. Ti chiamo domani in tarda mattinata.
Prima devo sentire il meccanico per la macchina… se è pronta la
ritiro e passo un momento in Studio per vedere se ci sono novità.
E poi devo fare anche un salto ad aggiornare il mio Cliente. Gli
avevo promesso di passare questa sera ma come hai visto mi è
mancato il tempo. Sarà contento di sapere che si comincia a
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