Page 56 - IL TASSELLO MANCANTE
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loro  lavori,  non  appena  li  videro  si  resero  immediatamente

            disponibili, anche nel nome dell’amicizia con Roberto.
            Si avvicinò per primo Silvio, togliendo una protezione di plastica
            ad alcune seggiole:

            “Buongiorno, sedetevi pure… adesso ci raggiungerà mio fratello
            Rinaldo…  è  andato  un  attimo  a  cambiarsi,  stava  usando  un

            demolitore ed era coperto di polvere dalla testa ai piedi.”
            “Buongiorno  a  lei,  sono  l’avvocatessa  Palmieri,  ci  siamo  sentiti
            ieri  al  telefono.  Mi  accompagna  il  commissario  Rinaldi,  che

            nonostante  i  molti  impegni  si  é  prestato  ad  affiancarmi,  per
            velocizzare le indagini… molto piacere”

            “Piacere  mio”  rispose  Silvio  con  un  sorriso,  squadrandola  per
            qualche istante, un po’ sorpreso “Vi ringraziamo di essere venuti
            voi fin qui. Purtroppo in questi giorni abbiamo serie difficoltà a

            muoverci dal cantiere. Se non terminiamo i lavori entro questo
            mese  rischiamo  la  chiusura  del  bar.  Con  tutti  gli  investimenti

            fatti, sarebbe un disastro.”
            “Capisco… la solita burocrazia…” azzardò il commissario.
            “Anche, ma a dire il vero è soprattutto colpa nostra. Sapevamo

            da  tempo  che  il  locale  doveva  essere  messo  a  norma,  ma  ci
            abbiamo  dormito  un  po’  sopra…  Abbiamo  sottostimato  i  tempi

            dei lavori e adesso rischiamo la licenza.”
            “Non vogliamo farvi perdere troppo tempo… Ci spiegate meglio
            la vostra idea sul rapporto tra Antonio e Laura?”.

            “Certo… ma non è soltanto una nostra idea. Non so come facesse
            Roberto a non accorgersi di niente. Per noi si fidava troppo del

            suo amico, compagno di studi e di giochi fin da bambino.
            Sottovalutava  l’insistenza  con  la  quale  Antonio  approcciava  la
            sua  fidanzata  in  ogni  occasione,  limitandosi  un  po’  solo  in  sua

            presenza. Ma veniamo a quel famoso sabato sera in cui ci siamo
            ritrovati  per  l’ultima  volta  in  casa  loro,  per  la  consueta

            rimpatriata.  Dopo  le  partite  a  carte  e  i  pasticcini,  quando
            Roberto era sceso nel box per mostrare a mio fratello un nuovo
            motore  appena  comprato  per  il  suo  gozzo,  Antonio  si  era

            veramente  scatenato.  Incurante  della  mia  presenza,  dopo  aver
            vuotato un bicchiere dopo l’altro, aveva iniziato a stringere a sé



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