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“Trovo che qualcosa di  molto simile a ciò che  ha teorizzato il  prof.  Kozyrev sarà
               istituzionalizzato nella teoria fisica entro  dieci o vent’anni. Le implicazioni di ciò
               saranno rivoluzionarie. Sarà necessario lavorare per una generazione per integrare i
               salti in avanti che egli ha prodotto e incorporarli nella conoscenza scientifica.”
               La previsione di Wilson si è rivelata ottimistica, in effetti solo adesso, all’alba del 21°
               Secolo siamo in grado di mettere insieme tutti i pezzi. Per dare consistenza ai nostri
               termini, useremo le espressioni scientifiche comuni “campi di torsione” oppure “onde
               di torsione” nel riferirci al flusso spiraliforme di energia-tempo scoperta da Kozyrev
               [La parola torsione essenzialmente significa “girare” o “scuotere”]. Molti scienziati
               occidentali che hanno esplorato questo  argomenti, in particolare il Ten.  Col. Tom
               Bearden,  definiscono tali campi come  “onde scalari”, ma noi riteniamo che
               l’espressione “onde  di torsione” è in ultima analisi di  più facile approccio, anche
               perché ci rimanda al modello a spirale. Il lettore dovrebbe poi tenere presente che in
               tutti i casi, ciò di cui ci occupiamo è semplicemente un impulso di momentum che
               viaggia  attraverso il medium  dell’etere/ZPE/vacuum  fisico, e non possiede qualità
               elettromagnetiche.
               Prima che Kozyrev avesse mai iniziato a condurre i suoi esperimenti, già esisteva una
               buona, solida fondazione teoretica che aveva già dato i suoi risultati. Cominceremo
               perciò con una discussione preliminare sulla teoria della relatività di Einstein, seguita
               dalle aggiunte del prof. Eli Cartan, che per primo stabilì l’esistenza di campi
               torsionali.

                  IL MODELLO GEOMETRICO DELLA GRAVITA’ DI EINSTEIN

               Il 29 maggio 1919 Albert Einstein  apparentemente provò “che noi viviamo in  uno
               spazio tempo curvato quadridimensionale”, in cui spazio e tempo sono  due entità
               unite insieme come fossero una “fabbrica”. Egli riteneva che  un oggetto come la
               Terra, ruotante nello spazio, “dovrebbe trascinare insieme ad essa spazio e tempo...”;
               ancora, riteneva che questa “fabbrica di spaziotempo” curvasse interiormente attorno
               a un corpo planetario. Così, egli affermava:
               la gravità non è affatto una forza misteriosa che agisce a distanza, bensì si tratta del]
               risultato di un oggetto che cerca di camminare in linea retta attraverso una spazio che
               risulta curvato dalla presenza di corpi materiali.
               Spazio curvo?  “Un  attimo…non si suppone che lo spazio sia vuoto?”, potreste
               domandare. Come è possibile curvare qualcosa che è vuoto? Come possiamo vedere,
               il problema fondamentale nel visualizzare il modello di gravità di Einstein risiede
               tutto nel termine “curvo”, poiché si tratta di qualcosa che una superficie piana ed
               elastica dovrebbe riuscire a fare. Invece, quasi tutti i tentativi di visualizzare i risultati
               raffigurano i pianeti come se fossero dei pesi che abbassano un immaginario strato
               piano di gomma esteso per tutto lo spazio come “fabbrica” dello spazio-tempo. Un
               oggetto come una cometa  o un asteroide, nel muoversi verso la terra, segue
               semplicemente la  geometria dello strato. Il problema con questo  modello è che
               qualunque curvatura dello spazio-tempo avrebbe bisogno di essere portata dentro un
               oggetto sferico da tutte le direzioni, non solo da un piano liscio. E ancora, si richiede
               una forza di gravità, per tirar giù un peso in uno strato piano di gomma. In uno spazio
               senza peso, la sfera e il piano devono semplicemente fluttuare insieme.



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