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Al momento, la questione più inesplicata risulta essere, ovviamente, quale sia il modo
di ottenere meccanicamente una simile energia. Fra l’altro, tutto ciò è del tutto
sfuggito alla scienza ufficiale per circa un secolo. Dunque, è importante ricordare
che, sebbene la forza delle onde di torsione sulla materia sia relativamente piccola,
essa tuttavia esercita una spinta regolare. Le ricerche di Shipov, Terletzkij e altri
teorici russi hanno associato direttamente l’energia dei campi torsionali con quella
gravitazionale, arrivando così alla definizione del termine “energia gravispin”, e
della scienza della “gravispinotica”. In queste nuove teorie, la gravità e la rotazione
[spin] sono accoppiate nella stessa basilare maniera in cui lo sono elettrostatica e
magnetismo nel momento in cui insieme formano le onde elettromagnetiche. Sebbene
le onde torsionali possano viaggiare in ogni direzione, esse vengono più tipicamente
assorbite nel flusso discendente del campo gravitazionale. Così, gli effetti più rilevanti
della pressione di torsione potrebbero essere identificati in un lieve movimento
spiraliforme congiunto all’energia gravitazionale. Trattandosi di una pressione molto
lieve, solitamente non riusciamo a notare alcun movimento in noi stessi o in oggetti
che stanno cadendo verso il basso.
Molti dei rilevatori meccanici di onde di torsione approntati dal prof. Kozyrev
coinvolgevano oggetti in movimento, come un giroscopio rotante o un pendolo
oscillante asimmetrico. Attraverso una semplice analogia possiamo essere aiutati a
capire in che modi tali oggetti in movimento possano catturare una pressione così
delicata. Se una barca non allinea le sue vele nella direzione del vento, allora non si
potrà muovere. Allineando le vele con il vento, lo farà, e se il vento cambia, bisognerà
essere pronti a cambiare posizione delle vele. Rilevare le onde torsionali è un
processo più difficile rispetto alla navigazione, poiché le onde torsionali cambiano
continuamente la loro direzione in forma di spirale tridimensionale. In qualche modo,
è necessario creare vibrazioni nell’oggetto della rilevazione, ciò che gli permetterà di
imbrigliare di continuo una spirale in movimento tridimensionale di forza energetica.
Kozyrev riuscì a catturare la sottile pressione delle onde torsionali combinando nello
stesso tempo due differenti forme di vibrazione o movimento. Nei seguenti paragrafi
discuteremo approfonditamente di ciò. In speciali condizioni di laboratorio, giroscopi
o pendoli possono essere usati per interagire con l’energia “time flow” [flusso
temporale], come Kozyrev la definì. In questi casi, tali rilevatori segnaleranno
variazioni di peso o improvvisi movimenti angolari in risposta all’energia.
Uno dei più importanti rilevatori di energia “time-flow” usati da Kozyrev è la
“bilancia di torsione”, ossia un giogo di bilancia in grado di ruotare liberamente se
sospeso ad un filo. Come descritto nella prima pubblicazione di Kozyrev dell’anno
1971, la bilancia di torsione non possiede eguale bilanciamento in entrambi i lati,
infatti un’estremità del giogo pesa 10 grammi e l’altra solo uno. Kozyrev sospese
questo giogo ad un filo di capron di 50 micrometri di diametro e 5-10 cm di
lunghezza. La corda era attaccata molto più strettamente all’estremità più pesante del
filo che a quella più leggera, in maniera tale da consentire al giogo di rimanere in una
perfetta posizione orizzontale nonostante la gravità. Questo posizionamento creava
anche una maggiore tensione al giogo, permettendogli di muoversi liberamente.
L’estremità più leggera del giogo era collegata ad un indice, cosicché Kozyrev poteva
misurare su un goniometro di quanti gradi il giogo si sarebbe mosso volta per volta.
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