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EFFETTI DI VARIABILE TEMPORALE

                K. scoprì nei suoi esperimenti la produzione di un effetto di variabile temporale. In
               tardo autunno e nel primo inverno gli esperimenti funzionavano meglio, mentre erano
               di riuscita praticamente impossibile in estate. Kozyrev riteneva che il riscaldamento
               atmosferico estivo creava un disturbo che in qualche misura interrompeva il flusso
               delle onde di torsione. Il caldo extra provocava lo  scuotimento  più vigoroso  delle
               molecole d’aria, e ciò a sua volta avrebbe disturbato le sottili pressioni spiraliformi
               attinenti  alle  onde di  torsione. Come egli stesso affermava, “il riscaldamento
               attraverso i raggi solari crea un caricatore atmosferico che interferisce con gli effetti
               [sperimentali]”. Agli inizi della sua carriera Kozyrev riteneva che questo effetto di
               variabile temporale fosse causato dalla naturale crescita della vegetazione nei mesi
               più caldi,  poiché egli aveva già notato che la semplice presenza di  piante che
               crescevano poteva interferire con i suoi risultati sperimentali, e ciò perché le stesse
               piante avevano la capacità  di  assorbire in sé stesse  l’energia che invece  avrebbe
               dovuto fluire entro i rilevatori. Chiaramente, sia vegetali che assorbono energia per
               loro sostentamento in estate sia il caos crescente nelle vibrazioni dell’atmosfera più
               calda costituivano una combinazione che avrebbe potuto bene essere responsabile per
               la difficoltà di effettuare simili misurazioni durante le stagioni più calde.
                Tali effetti sperimentali stagionali prevenivano gli scienziati americani operanti in
               un’area come la California  meridionale  dall’essere in grado  di replicare questi
               risultati, poiché non potevano mai sperimentare le condizioni esistenti  in tardo
               autunno e primo inverno, ideali per realizzare gli esperimenti.


                   POSIZIONE, POSIZIONE, POSIZIONE


               Un’altra implicazione complessiva dell’opera di  Kozyrev è che la posizione
               geografica in cui si localizza l’esperimento costituisce una rilevante differenza. I suoi
               risultati migliori vennero ottenuti effettuando le misurazioni vicino al Polo Nord, i più
               avventurosi dei quali furono effettuati su blocchi di ghiaccio  alla deriva con  una
               latitudine  massima  di  84°15’,  con  il  Polo  Nord  a  90°.  Questo  è  un  punto  molto
               importante, perché ci mostra che la più grande quantità di energia di onde torsionali
               fluisce sulla Terra nelle regioni polari, e  diminuisce gradualmente se ci si sposta
               verso l’Equatore.
               Certamente, la maggior parte dei lettori si potrebbe meravigliare del fatto che si
               associ un qualche effetto ai poli terrestri. La risposta va ricercata in uno studio sul
               magnetismo. Nel 1991-92,  A.I. Veinik determinò  che i  tipici  magneti  di  ferro
               “permanenti”  non  solo  possiedono  un  campo  magnetico collettivo,  ma  anche  un
               campo di torsione collettivo, con una rotazione oraria al Polo Nord, ed una antioraria
               al Polo  Sud. Il Dott. G.I. Shipov ha dimostrato che tutti i campi elettromagnetici
               generano onde di torsione. Così, dal momento che sappiamo che il campo magnetico
               della  Terra è maggiormente concentrato ai  poli,  possiamo  dedurre che allo stesso
               modo la più grande quantità di onde di torsione dovrebbe trovarsi proprio nelle
               regioni polari. Nei suoi libri e nel sito web, Richard Pasichnyk ha dimostrato che gli


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