Page 397 - avatar gladiatori degli idee_Active
P. 397
EFFETTI DI VARIABILE TEMPORALE
K. scoprì nei suoi esperimenti la produzione di un effetto di variabile temporale. In
tardo autunno e nel primo inverno gli esperimenti funzionavano meglio, mentre erano
di riuscita praticamente impossibile in estate. Kozyrev riteneva che il riscaldamento
atmosferico estivo creava un disturbo che in qualche misura interrompeva il flusso
delle onde di torsione. Il caldo extra provocava lo scuotimento più vigoroso delle
molecole d’aria, e ciò a sua volta avrebbe disturbato le sottili pressioni spiraliformi
attinenti alle onde di torsione. Come egli stesso affermava, “il riscaldamento
attraverso i raggi solari crea un caricatore atmosferico che interferisce con gli effetti
[sperimentali]”. Agli inizi della sua carriera Kozyrev riteneva che questo effetto di
variabile temporale fosse causato dalla naturale crescita della vegetazione nei mesi
più caldi, poiché egli aveva già notato che la semplice presenza di piante che
crescevano poteva interferire con i suoi risultati sperimentali, e ciò perché le stesse
piante avevano la capacità di assorbire in sé stesse l’energia che invece avrebbe
dovuto fluire entro i rilevatori. Chiaramente, sia vegetali che assorbono energia per
loro sostentamento in estate sia il caos crescente nelle vibrazioni dell’atmosfera più
calda costituivano una combinazione che avrebbe potuto bene essere responsabile per
la difficoltà di effettuare simili misurazioni durante le stagioni più calde.
Tali effetti sperimentali stagionali prevenivano gli scienziati americani operanti in
un’area come la California meridionale dall’essere in grado di replicare questi
risultati, poiché non potevano mai sperimentare le condizioni esistenti in tardo
autunno e primo inverno, ideali per realizzare gli esperimenti.
POSIZIONE, POSIZIONE, POSIZIONE
Un’altra implicazione complessiva dell’opera di Kozyrev è che la posizione
geografica in cui si localizza l’esperimento costituisce una rilevante differenza. I suoi
risultati migliori vennero ottenuti effettuando le misurazioni vicino al Polo Nord, i più
avventurosi dei quali furono effettuati su blocchi di ghiaccio alla deriva con una
latitudine massima di 84°15’, con il Polo Nord a 90°. Questo è un punto molto
importante, perché ci mostra che la più grande quantità di energia di onde torsionali
fluisce sulla Terra nelle regioni polari, e diminuisce gradualmente se ci si sposta
verso l’Equatore.
Certamente, la maggior parte dei lettori si potrebbe meravigliare del fatto che si
associ un qualche effetto ai poli terrestri. La risposta va ricercata in uno studio sul
magnetismo. Nel 1991-92, A.I. Veinik determinò che i tipici magneti di ferro
“permanenti” non solo possiedono un campo magnetico collettivo, ma anche un
campo di torsione collettivo, con una rotazione oraria al Polo Nord, ed una antioraria
al Polo Sud. Il Dott. G.I. Shipov ha dimostrato che tutti i campi elettromagnetici
generano onde di torsione. Così, dal momento che sappiamo che il campo magnetico
della Terra è maggiormente concentrato ai poli, possiamo dedurre che allo stesso
modo la più grande quantità di onde di torsione dovrebbe trovarsi proprio nelle
regioni polari. Nei suoi libri e nel sito web, Richard Pasichnyk ha dimostrato che gli
397