Page 143 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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sicula: giòbbu per job (lavoro), cciànza per chance
(possibilità), minnistrìtti per main street (corso princi-
pale), carru per car (automobile), e così via fino agli abu-
sati bisinìssi e ferrubbòttu .Tutti termini che mescolano adat-
tamento, richiesta d' identità, e nostalgia per la terra d' origine.
Quest' ultima viene fatta rivivere attraverso l'atto di più natu-
rale socializzazione (il quotidiano e minuto dialogare) con l'
imposizione d'una cadenza intima alle parole estranee.
C'è un altro aspetto che rende il siculish un fenomeno linguis-
ticamente peculiare. E' il fatto di essere per metà generato da
una lingua locale, quella siciliana, già di per sé straordinaria-
mente propensa al rimodellamento (se non alla storpiatura)
delle parole provenienti dalla stessa lingua nazionale, l'itali-
ano, oltre che di nomi e cognomi appena più lunghi d'un bisil-
labo. Ci è sempre parsa prodigiosa la regolarità con cui il
siculo popolino rimastica le parole rendendosele domestiche e
conferendo loro una sonorità più prossima al proprio sentire.
Quasi una ribellione dal basso, condotta per sottrarsi
all'egemonia delle classi dominanti che sono anche classi allit-
tràte. La precisione, il rigore formale, non si addicono al
siculo delle classi medio-basse (e nemmeno più di tanto a
quello delle classi elevate, per dirla tutta); che reagisce a essi
come fossero un ulteriore atto di vessazione. Tale meccan-
ismo viene riprodotto nel processo che porta il siculoameri-
cano a adattarsi alla lingua parlata negli Usa e a appro-
priarsene; fino a strutturarsi in una parlata consolidata, an-
ziché essere la primitiva tappa d' avvicinamento a una compe-
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