Page 144 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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tenza linguistica più elevata. Questo è il siculish: una sorta di
lingua comunitaria e anfibia. Nata anche dall'impossibilità
d'approntare il legame della traduzione fra le lingue ufficiali,
l'italiano e l'inglese. Sta in questo l'altra peculiarità
del siculish. Esso mixa una lingua straniera e una lingua lo-
cale by-passando ogni rapporto con la lingua nazionale del
paese d'origine.
Per gli emigrati siciliani negli Usa, o quantomeno per quelli
che diedero vita alle grandi ondate migratorie fra il XIX e il
XX secolo, l'italiano era a sua volta una lingua quasi straniera.
E non disponendo di una rete protettiva costituita dalla lingua
ufficiale del paese di provenienza, essi trovarono naturale
costruire la nuova competenza linguistica partendo dal solo
patrimonio di cui disponevano: il parlato siciliano.
Certo, all'orecchio italiano ma anche a quello siciliano colto,
il siculish suonerà sempre bizzarro e caricaturale. Ma
guardando all'oggetto, e cercando di farne emergere l' ele-
mento identitario, non si può non cogliere quanto lo slang dei
siculo-americani sia in fondo un punto d' orgoglio, quasi una
rivendicazione d' appartenenza. L'essere soltanto parte di due
mondi e non sentirsi mai completamente assorbiti da uno di
essi; rivendicando questo carattere ibrido come un merito an-
ziché una diminutio. Per questo il siculish sarà parlato sem-
pre. E sempre, ascoltandolo, qualcuno riderà. Ma sommes-
samente, e pure con un senso vago di rispetto. Perché quella
parlata fa comunità e veicola un senso identitario che chi ri-
dacchia può soltanto invidiare.
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