Page 142 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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immagine usata: "Nelle prime settimane, a lezione, mi sentivo
una sedia". E con ciò egli intendeva dire che, rispetto al flusso
di parole proveniente dalla cattedra, provava per se stesso le
sensazioni che né più né meno avrebbero potuto essere quelle
della sedia su cui si era accomodato.
Le parole del collega spagnolo ci tornano in mente guardando
a quel fenomeno linguistico battezzato siculish, ossia lo slang
misto di anglo-americano e siciliano parlato dai nostri conter-
ranei emigrati negli Usa. Un fenomeno talmente caratteriz-
zante da essersi meritato apposite pagine su Wikipedia (una
delle quali scritta addirittura in siciliano: scn.wikipedia.org), e
altre pagine collaterali alla grande enciclopedia del web. si
tratta d' un riconoscimento meritato. Il siculish è infatti una
lingua non solo adattiva, ma anche trasformativa. Attraverso
essa il siculoamericano fa più che liberarsi d' una condizione
svantaggiata e smettere di "sentirsi una sedia" in terra
straniera; va oltre, riadattando a propria misura la lingua del
posto attraverso un' opera di contaminazione con la lingua
madre. E basta fare una rapida carrellata sui termini siculish
per capire. Essi rispecchiano il modo attraverso il quale l'emi-
grato siciliano negli Usa sperimenta l' appropriazione della
lingua locale come elemento di distinzione nei confronti di
entrambi i mondi: quello d' origine e quello d' approdo. Come
per darsi il senso, nella precaria condizione da sradicato e
trapiantato, di prendere in mano il proprio destino imponendo
un registro comunicativo e facendone un segno di distinzione.
È così nel caso di tutti quei vocaboli anglo-americani che ven-
gono foneticamente ricondotti a una cadenza
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