Page 59 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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sonaggio di spicco, Leonardo de Aldigerio, che era stato
membro del governo locale, quale 'giudice' della corte strati-
goziale di Messina (nel 1225), poi vicesecreto nella Sicilia
orientale e maestro camerario in Calabria (nel 1248-1249). Fu
catturato e imprigionato da Pietro Ruffo (nel 1252) e liberato
dagli insorti (nel 1254).
Messina si schierò dapprima "timore exercitus" con Manfredi,
contro cui tuttavia insorse improvvisamente. In città fu nomi-
nato un podestà (il romano Iacopo da Ponte), segnalato nel
1255, quando, secondo un cronista contemporaneo, si voleva
promuovere un governo comunale "more Civitatum Longo-
bardie et Tuscie". Nel gennaio dello stesso 1255 insorgevano
Patti, incitata dal vescovo, Caltagirone, Enna, Nicosia; poi
anche Piazza, Aidone e ancora Enna.
Quei fatti rilevano l'entità dei processi che si sviluppavano
dal tempo di Federico, quando, fuori ormai dalle esplosioni di
intolleranza, la componente latina poteva radicare in ogni
comunità uno stabile e forte assetto sociale.
Consumato il tempo dei conflitti fra latini e musulmani, sopite
le gare di supremazia fra i generali tedeschi, la restaurazione
della monarchia e delle strutture di governo del Regno pas-
sava anche attraverso la valorizzazione delle élites dirigenti
locali, selezionate con il metro della fedeltà da Federico, il
quale, fuori dai rigidi perimetri sociali, trasferì sul piano poli-
tico l'antagonismo fra gli scampati musulmani che avevano
adottato l'"italicum idioma" (Historia diplomatica, IV, p. 457,
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